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Il riscaldamento globale ha ucciso la Grande barriera corallina

Su 500 scogliere abitate dai coralli, solo 4 restano immuni allo sbiancamento causato dal riscaldamento globale che alza le temperature dell'acqua

Il riscaldamento globale ha ucciso la Grande barriera corallina 2

 

(Rinnovabili.it) – È il peggior sbiancamento della Grande barriera corallina mai visto, e ha coinvolto anche quei tratti di reef fino ad oggi incontaminati. La morìa di massa, innescata dal riscaldamento globale, ha indotto gli scienziati della National Coral Bleaching Taskforce australiana a lanciare un nuovo allarme: le oltre 500 scogliere abitate dai coralli da Cairns alla Papua Nuova Guinea sono praticamente tutte bianche, ad eccezione di 4 siti.

Lo sbiancamento avviene a seguito dell’aumento di temperatura delle acque oceaniche, che porta i coralli ad espellere un’alga fondamentale per il loro nutrimento – quella che dà loro il colore – e dunque, metaforicamente, a “suicidarsi”.

 

Il riscaldamento globale ha ucciso la Grande barriera corallina«È stato il viaggio di ricognizione più triste della mia vita – spiega il professor Terry Hughes, della task force australiana, che ha osservato dall’elicottero la Grande barriera nelle ultime settimane – Praticamente ogni scogliera che abbiamo sorvolato mostrava alti livelli di sbiancamento. Abbiamo volato per circa 4 mila chilometri sulle zone più incontaminate della Grande barriera corallina, notando che solo 4 barriere non sono interessate dal fenomeno».

La situazione, spiega il professore, è molto più grave di quella occorsa già nel 2002 e nel 1998, perché questa volta non c’è solo il riscaldamento globale a remare contro: il fenomeno climatico El Niño sta contribuendo a peggiorare il quadro. La drammatica condizione in cui versa questo irripetibile angolo di mondo mette sotto accusa anche l’UNESCO, che l’anno scorso ha deciso di non includere la barriera nella lista dei siti in pericolo.

John Pandolfi, studioso del corallo presso la Università del Queensland, ha dichiarato tutta la sua «rabbia verso il governo, per la mancanza di una politica coerente di riduzione al minimo delle emissioni a livello locale, e per l’incapacità di portare il tema a livello globale. Imbarazzo perché tutto questo sta accadendo in uno dei Paesi più ricchi sulla Terra. Se non possiamo fermarlo qui, chi potrà farlo?».