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Riscaldamento globale: mai visto un febbraio così bollente

Riscaldamento globale mai visto un febbraio così bollente 3

 

(Rinnovabili.it) – Non c’è mai stato un febbraio così caldo. Lo scorso mese, secondo gli ultimi dati forniti dalla NASA questo sabato, la temperatura della superficie terrestre ha superato le medie mensili di 1,35 °C. Un dato definito «scioccante», che ancora una volta porta gli esperti a temere il peggio sul fronte del riscaldamento globale.

Il periodo di riferimento per la misurazione è quello che intercorre tra il 1051 e il 1980. Il record di febbraio infrange così quello dello scorso gennaio, che aveva fatto registrare un aumento di temperatura rispetto alle medie di 1,15 °C. Con queste performance, il primato che il 2015 ha conquistato come anno più caldo di sempre, verrà frantumato già nel 2016. Del resto, il Met Office britannico ha già fornito le sue proiezioni. E non sono affatto incoraggianti.

 

Riscaldamento globale mai visto un febbraio così bollente

 

Anche se il contributo di El Niño è innegabile, i picchi di calore sono comunque ampiamente superiori rispetto all’ultima manifestazione così intensa del fenomeno climatico. Il mese più caldo di sempre non sarà questo, poiché è più probabile che venga registrato durante l’estate dell’emisfero boreale. Ma questo caldo anomalo è comunque da considerarsi una emergenza climatica, secondo gli esperti dell’Istituto di Potsdam sui cambiamenti climatici.

A febbraio il mondo è andato vicinissimo al limite di 1,5 °C nel riscaldamento globale fissato dall’accordo sul clima raggiunto a Parigi durante la COP 21. La media annuale potrebbe attestarsi su questi standard, mettendo a repentaglio seriamente gli auspici della Conferenza ONU. Per alcuni esperti, non è piacevole dirlo, gli impegni assunti dai 196 Paesi sui cambiamenti climatici sono praticamente impossibili da rispettare. Soprattutto perché non vi sono, nell’accordo, misure vincolanti per organizzare la transizione energetica. Così, potremmo superare gli 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali non dopo la metà del secolo, ma entro il 2020. Anche il cosiddetto carbon budget, cioè la quantità di emissioni che possiamo permetterci di mandare in atmosfera prima di un aumento della temperatura pari a 2 °C (rispetto al 1880), è stato ricalcolato. Secondo uno studio pubblicato su Nature a fine febbraio, sarebbe metà del previsto.

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