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Il riscaldamento globale fa bene ai deserti?

La vegetazione delle zone aride è più verde che in passato ed è merito del riscaldamento globale indotto da una maggiore concentrazione atmosferica di CO2

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(Rinnovabili.it) – C’è qualcuno che trae beneficio dall’aumento delle emissioni di CO2 in atmosfera, ma non è l’industria fossile. Si tratta delle terre aride, che vedono un inatteso rinverdire della vegetazione di queste aree, che va di pari passo con il riscaldamento globale. Lo riporta uno studio di Lixin Wang e Xuefei Lu, rispettivamente professore di scienze della terra e dottorando alla School of Science della Purdue University di Indianapolis.

«Grazie alle osservazioni satellitari – spiegano i due – sappiamo che la vegetazione è più verde che in passato, e ora capiamo il motivo per cui ciò sta accadendo. Ma non siamo sicuri che sia un fatto positivo».

In alcune regioni, questo fenomeno potrebbe essere causato dalla crescita di nuove specie di vegetali, con piante verdi invasive in sostituzione di quelle indigene o dei cespugli. Queste specie potrebbero arrivare ad invadere i prati utilizzati per il pascolo degli animali, ha spiegato Wang.

Generalmente definite come zone in cui le precipitazioni medie annuali sono inferiori ai due terzi del potenziale di evapotraspirazione, le terre aride sono il più grande bioma terrestre e ospitano oltre 2 miliardi di persone.

 

Il riscaldamento globale fa bene ai deserti
Stomi di una foglia

Secondo i ricercatori, le recenti analisi satellitari su scala regionale hanno scoperto un vasto rinverdimento delle zone aride in alcune aree del Mediterraneo, nel Sahel, nel Medio Oriente e nella Cina settentrionale, con trend in crescita anche per la Mongolia e il Sud America. Dopo aver scartato tutte le variabili in gioco è rimasta solo una causa: l’aumento della CO2. La concentrazione atmosferica media globale è aumentata di quasi il 27% tra il 1960 e il 2015, spiega lo studio. Negli anni a venire la tendenza non cambierà.

I ricercatori ritengono che il fenomeno di greening si innescato dalla maggiore CO2 nell’aria, perché essa indurrebbe cali della conduttanza stomatica delle piante. La quantità di vapore acqueo liberata nell’atmosfera dalle foglie è regolata da processi fisici che avvengono al loro interno, innescati dalla radiazione solare che viene assorbita. La conduttanza stomatica misura il rapporto tra CO2 assorbita e vapore acqueo che esce dagli stomi di una foglia.

Più carbonio in atmosfera, spiegano i ricercatori, significa piante più verdi e aumento dell’acqua presente nel terreno delle zone aride. Sembra una buona notizia, ma non è detto. L’altro effetto della maggiore quantità di CO2 in atmosfera è un aumento delle temperature. Se questo supera una certa soglia, le ricadute positive sulle aree desertiche verranno cancellate e si tornerà sul baratro della siccità.