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Riscaldamento globale: la strage di coralli flagella le Maldive

Riscaldamento globale la strage di coralli flagella le Maldive

 

(Rinnovabili.it) – Le immagini esclusive diffuse dal Guardian parlano chiaro: la spettacolare barriera corallina delle Maldive è stata colpita da un grave sbiancamento, a causa dell’aumento di temperatura delle acque figlio del riscaldamento globale.

L’obiettivo del fotografo ha inquadrato un inquietante scenario: una sterminata prateria di corallo completamente bianca, il colore della morte per questi animali. Oltre ad essere un’attrazione turistica, i coralli svolgono una funzione mitigatrice del moto ondoso, rallentandone la velocità di arrivo sulle coste ed evitando che le meravigliose isole Maldive vengano erose o sommerse dalle acque.

Con la progressiva malattia e morte della barriera, non solo l’ecosistema sottomarino subirebbe un degrado irreversibile.

L’evento di sbiancamento è iniziato a metà del 2014 nell’Oceano Pacifico attorno alle Hawaii, poi ha colpito nuovamente nel 2015. Nei primi mesi del 2016 si è diffuso alla Grande Barriera Corallina, dove il 93% delle quasi 3 mila scogliere sono state colpite.

 

Riscaldamento globale la strage di coralli flagella le Maldive 2Esteso oggi a livello globale, lo sbiancamento è già durato più a lungo rispetto a qualsiasi altro momento precedente, ed è probabile che si protrarrà almeno fino alla fine dell’anno.

Il contributo di El niño ha pesato sull’aumento delle temperature marine, che sono salite di oltre 1 °C in alcune zone del Pacifico, portando i coralli vicino ai loro limiti termici. Quando il corallo è attorniato da acqua troppo calda per lungo tempo, entra in stato di stress ed espelle le alghe che gli forniscono circa il 90% della sua energia vitale, dandogli anche colore. Se rimane in condizioni di temperatura non ideali per più di un paio di settimane, comincia ad ammalarsi e rischia di morire di fame. Anche se le barriere rappresentano meno dello 0,1% del fondale marino, contribuiscono a sostenere circa il 25% di tutte le specie acquatiche.

Le fotografie sono state scattate nell’ambito di un progetto che vede la collaborazione tra Google, l’Università del Queensland e la National Oceanic and Atmospheric Agency per mostrare la portata dello sbiancamento a livello globale.

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