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Riscaldamento globale: per sopravvivere servono azioni radicali

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(Rinnovabili.it) – Non solo è necessaria, ma addirittura urgente un’azione più radicale per decarbonizzare l’approvvigionamento energetico del mondo e migliorare l’efficienza. Non ci sono altre strade per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C. Lo afferma la Commissione per la transizione energetica (ETC), gruppo costituito da esperti internazionali provenienti da imprese del settore energetico, degli investimenti, dalle istituzioni pubbliche, dal mondo accademico e dalle grandi fondazioni. L’operato dell’ETC è teso a individuare nuove strategie per modernizzare il sistema energetico planetario con fonti a basso tenore di carbonio.

La Commisisone ha chiesto alla società di consulenza Ecofys una analisi dei piani climatici di 17 Paesi e regioni che rappresentano il 78% delle emissioni mondiali legate al settore energetico. In particolare, si tratta di Cina, Stati Uniti, India, Russia, Giappone, Iran, Brasile, Indonesia, Messico, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Argentina, Vietnam, Nigeria, Etiopia e Unione europea.

 

Riscaldamento globale per sopravvivere servono azioni radicali
I Commissari della ETC

I piani, conosciuti Intended nationally determined contributions (INDCs), sono gli elementi base dell’accordo sul clima raggiunto alla COP 21 di Parigi lo scorso dicembre. Il testo richiede di limitare l’aumento della temperatura media globale «ben al di sotto» dei 2 °C entro la fine del secolo. Ma per rispettare l’obiettivo, la quota di fonti energetiche a basso tenore di carbonio nel mix energetico globale deve aumentare di almeno un punto percentuale all’anno e la produttività energetica del 3% l’anno, dice il rapporto di  Ecofys.

«I 17 INDCs analizzati mostrano un aumento dell’uso di energia a basso tenore di carbonio di soli 0,4 punti percentuali l’anno e miglioramenti della produttività energetica di appena l’1,8% annuo, molto al di sotto del necessario», ha detto Adair Turner, presidente della Commissione per la transizione energetica.

 

Ecco perché, sollecitano gli esperti, «è necessaria una transizione molto più rapida» per evitare un riscaldamento globale catastrofico. «Dobbiamo concentrarci non solo sulla decarbonizzazione energetica, ma anche nel miglioramento massiccio della produttività a livello mondiale», dichiara Turner.

La scorsa settimana, 175 nazioni hanno firmato l’accordo di Parigi in una cerimonia pubblica organizzata dall’ONU, ma gli scienziati hanno detto che gli impegni attuali non sono sufficienti a mantenere le temperature al di sotto dei 2 °C.

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