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Riscaldamento globale, l’Artico si avvicina al punto di non ritorno

Il trend attuale può causare una serie devastante di effetti a catena, capaci di sconvolgere il clima a livello globale: occhi puntati su 19 "punti di non ritorno" climatici

Riscaldamento globale, l’Artico si avvicina al punto di non ritorno

 

(Rinnovabili.it) – La lunga fase di riscaldamento dell’Artico può provocare una catena di effetti che si faranno sentire fino all’Oceano Indiano, dando il via a incontrollabili cambiamenti climatici a livello globale. Una sequenza di eventi innescata dal rapido e anomalo assottigliamento della coltre di ghiaccio che ricopre il Polo Nord, che rischia di far superare ben 19 “punti di non ritorno”, avverte un team di scienziati che ha rilasciato il rapporto Arctic Resilience Report.

In questo momento stanno suonando diversi campanelli di allarme. Le temperature artiche sono almeno 20°C superiori alla norma stagionale, così lo spessore del ghiaccio sta diminuendo invece di crescere, come sarebbe naturale in questo periodo dell’anno. L’estensione della calotta artica ha toccato il suo secondo minimo nel 2016, addirittura al di sotto dei livelli del 2012, l’anno peggiore della storia.

 

Come è possibile che ciò che avviene nell’Artico abbia ripercussioni così imponenti sul resto del globo? Il rapporto sottolinea l’importanza dei punti di non ritorno climatici: vengono superati quando un sistema naturale, come per l’appunto la calotta artica, subisce un cambiamento drastico e repentino, che a sua volta modifica profondamente gli ecosistemi vicini, anche in modo irreversibile. In buona sostanza, quello che si può verificare è un meccanismo di feedback.

Il rapporto, firmato da 11 organizzazioni tra cui l’Arctic Council e ricercatori di 6 diverse università, identifica alcuni di questi eventi potenzialmente devastanti originati dal riscaldamento globale nell’Artico. Si va dalla crescita della vegetazione sulla tundra, che ricopre neve e ghiaccio e ne limita la rifrazione dei raggi solari incorporando anzi più calore; all’aumento delle emissioni di metano legato al riscaldamento della tundra; alla modifica della distribuzione della neve che va a riscaldare l’oceano e influisce sui modelli climatici delle regioni limitrofe, influenzando anche la stagione dei monsoni asiatica; fino al collasso di molte specie marine artiche, con ripercussioni sugli ecosistemi oceanici di tutto il globo.