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Ciò che succede nell’Artico non resta nell’Artico

Il Polo nord soccombe al riscaldamento globale, ecco gli effetti nel mondo

 

(Rinnovabili.it) – Il Polo Nord si riscalda due volte più velocemente del resto del pianeta. I dati che Greenpeace ha raccolto confermano purtroppo quanto già si temeva due anni fa. Il riscaldamento globale scatena i suoi effetti con maggiore virulenza proprio nella regione artica, dove si innescano meccanismi di feedback che amplificano la portata del problema. E da lì, a cascata, si riverberano in tutto il pianeta.

Uno di questi, sottolinea Greenpeace nel lavoro dal titolo “Ciò che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico”, è il noto effetto albedo: più ghiaccio si scioglie, più la capacità della superficie di riflettere le radiazioni solari diminuisce. Così sempre più energia viene assorbita dal sistema ambiente e ciò contribuisce a scatenare ulteriormente i cambiamenti climatici.

«La superficie totale della banchisa artica in estate è andata via via diminuendo negli ultimi 30 anni – scrive Greenpeace – Ciò significa che è aumentato il calore che si trasferisce appunto dall’atmosfera ai ghiacci. L’ecosistema artico è cruciale per il sistema climatico globale, e il riscaldamento al Polo Nord non causa profondi mutamenti soltanto in questa zona, ma ha un impatto enorme anche su tutte le zone climatiche del mondo».

 

Gli effetti dello scioglimento dei ghiacci nel resto del pianeta

La letteratura scientifica più recente, cui fa riferimento Greenpeace, suggerisce l’esistenza di un collegamento causale diretto tra il declino del ghiaccio marino e le fluttuazioni sempre più estreme delle temperature nell’emisfero nord. Ecco gli effetti del surriscaldamento del Polo nel mondo.

 

Il Polo nord soccombe al riscaldamento globale, ecco gli effetti nel mondoEstati più calde in Usa e Canada – Dallo scioglimento dei ghiacci del Polo Nord dipende il surriscaldamento della parte orientale degli Usa e del Canada. Entro la fine del secolo le estati vedranno temperature del 20% più variabili rispetto ad ora, e diventeranno più comuni le ondate di calore. Un quadro corroborato dai risultati di 29 modelli predittivi sui cambiamenti climatici che interesseranno la fascia delle Great Plains americane.

 

Mediterraneo bollente – Le evidenze raccolte dimostrano che durante le estati con meno ghiaccio al Polo Nord, le temperature di superficie delle acque del Mediterraneo (ma anche dei mari del sud-est asiatico) tendono a salire e vengono modificati anche i modelli di andamento atmosferico.

 

Inverni sempre più rigidi e nevosi alle medie latitudini – Nord America, Europa e Asia orientale: ormai gli scienziati sono concordi nell’affermare che le ondate improvvise di freddo e copiose precipitazioni nevose sono strettamente legate allo scioglimento dei ghiacci artici durante le estati.

 

Piogge in nord Europa, siccità in America e Asia – Nel nostro continente le 6 estati tra il 2007 e il 2012 sono state più umide e piovose della norma. Anche questo è un effetto dei cambiamenti climatici in corso al Polo Nord. Viceversa, America del nord e Asia orientale potrebbero vedere siccità sempre più frequenti in futuro.

 

Innalzamento del livello delle acque – Lo scioglimento dei ghiacci artici è ormai considerato a livello internazionale un fattore con alta probabilità di causare l’aumento dei livello dei mari.

 

Sparirà la tundra artica – Gli incendi in questi ecosistemi sono un fatto ciclico e naturale. Ma estati più calde e secche li intensificheranno, liberando in atmosfera CO2 e minacciando gli equilibri della regione.

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