Rinnovabili • Riscaldamento globale di 1,5°C: Ipcc, sforeremo nel 2032 Rinnovabili • Riscaldamento globale di 1,5°C: Ipcc, sforeremo nel 2032

Riscaldamento globale: il 2024 dopo El Nino

Tra febbraio 2023 e gennaio 2024, la temperatura media del Pianeta è stata +1,52°C sul periodo pre-industriale. Il mese scorso si è chiuso con +1,79°C. Mentre gli oceani continuano a registrare valori assolutamente fuori norma, con il nuovo record assoluto il 3 febbraio a +21,05°C

Riscaldamento globale di 1,5°C: Ipcc, sforeremo nel 2032
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Con il trend attuale, sforeremo 1,5°C nel 2028-2033

(Rinnovabili.it) – Negli ultimi 12 mesi, tra febbraio 2023 e gennaio 2024, la temperatura del Pianeta è stata 1,52°C sopra la media del periodo pre-industriale secondo i dati riportati dal sistema europeo di monitoraggio satellitare Copernicus. Anche se il dibattito scientifico non ha raggiunto un consenso su come calcolare esattamente lo sforamento dell’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi, questo dato è un indicatore dell’eccezionalità del livello di riscaldamento globale che sta caratterizzando questi mesi e delle sue conseguenze concrete. “Ciò supera di gran lunga qualsiasi cosa sia accettabile”, commenta l’ex guida dell’UNFCCC Bob Watson alla BBC. “Consideriamo cosa è successo quest’anno con solo 1,5°C: abbiamo visto inondazioni, abbiamo visto siccità, abbiamo visto ondate di caldo e incendi in tutto il mondo”.

Nella seconda metà del 2023, il termometro globale è rimasto quasi continuativamente oltre la soglia di 1,5 gradi. Anche rispetto alla media degli ultimi 30 anni (1991-2020), il clima dell’anno scorso disegna un panorama sostanzialmente diverso. “La temperatura media globale degli ultimi dodici mesi (febbraio 2023 – gennaio 2024) è la più alta mai registrata, pari a 0,64°C sopra la media del periodo 1991-2020 e 1,52°C sopra la media preindustriale del periodo 1850-1900”, segnalava Copernicus.

Le proiezioni del riscaldamento globale

A questo ritmo, anche utilizzando le metriche di calcolo più “conservative” tra quelle al vaglio degli scienziati climatici, sforeremo Parigi prima di quanto stimano le principali previsioni degli ultimi anni. Calcolando la tendenza lineare degli ultimi 15 anni – caratterizzata da un aumento del riscaldamento globale di 0,3°C per decennio – potremmo superare 1,5 gradi già nel 2028. Usando, invece, la metodologia applicata da Copernicus, che calcola la tendenza lineare sugli ultimi 30 anni, la data dello sforamento si sposta poco più avanti, al 2033. Escludendo i dati degli ultimi 12 mesi, lo sforamento avverrebbe invece nel 2035: il clima dell’ultimo anno ha “rosicchiato” 2 anni al raggiungimento del target. Secondo le previsioni del Barcelona Supercomputing Center-Centro Nacional de Computación (BSC-CNS), il prossimo quinquennio potrebbe raggiungere i +1,49-1,79°C. Mentre quello successivo arriverebbe a sfiorare quota 2 gradi, attestandosi tra +1,67 e 1,94°C sopra i livelli preindustriali

Sulle temperature degli ultimi mesi ha certamente influito El Nino, un fenomeno ciclico che attiene alla variabilità naturale del sistema climatico terrestre ed è in grado di aggiungere fino a 2 decimi di grado alla media globale quando si manifesta. Nei prossimi mesi El Nino dovrebbe lasciare il posto al suo corrispettivo “freddo”, La Nina. Ma non è detto che basti per piegare verso il basso la curva delle temperature del 2024. Che a febbraio ha toccato quota +1,79°C secondo i dati di Copernicus. In Europa, alcune regioni hanno registrato valori che non solo segnano il nuovo record per febbraio, ma superano anche i dati massimi nelle serie storiche per marzo.

Uno degli elementi su cui si concentrano in questi mesi gli scienziati, infatti, è quello della temperatura media degli oceani, in particolare dell’Atlantico settentrionale. In questo settore abbiamo toccato 365 di livelli record, senza interruzioni. Mentre il 3 febbraio, a livello globale, si è registrato il nuovo primato assoluto con 21.05°C di media. Il calore in eccesso accumulato dalle masse oceaniche si disperderà lentamente nell’atmosfera, contribuendo a mantenere su livelli eccezionalmente alti – anche senza El Nino – il termometro globale nel 2024.