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Rio 2016: Il comitato prova a compensare la CO2

Rio 2016 Il comitato olimpico prova a compensare la CO2.(Rinnovabili.it) – Il comitato organizzatore locale (LOC) delle Olimpiadi di Rio 2016 ha presentato ieri un piano per compensare le emissioni di gas serra che si stima saranno prodotte dall’evento sportivo più importante del mondo. La decisione arriva sull’onda di quella che ormai pare diventata una consuetudine: le proteste ambientaliste hanno già “costretto”, nel recente passato, i comitati organizzatori di Olimpiadi o della coppa del mondo di calcio, ad adottare misure per ridurre l’impatto ambientale delle competizioni.

Ad esempio, i giochi di Londra 2012 hanno visto una parziale neutralizzazione delle emissioni prodotte, mentre per le Olimpiadi invernali di Sochi e il mondiale brasiliano sono state completamente compensate. Le critiche hanno funzionato anche questa volta, anche se è tutto da scoprire il metodo che il LOC adotterà per tentare di uscire “pulito” dalla manifestazione. Per adesso, si sa che i giochi olimpici produrranno circa 3.6 milioni di tonnellate di CO2, la maggior parte delle quali sarà dovuta ai viaggi e allo spostamento degli spettatori sul posto.

 

Tuttavia, il comitato ha già annunciato che non ricorrerà ai carbon markets per mettere in atto un programma di neutralizzazione. Utilizzerà invece un progetto che combinerà interventi del settore pubblico e privato. La Dow Chemical, multinazionale della chimica con 54 mila dipendenti in tutto il mondo, sarà partner del comitato nel tentativo di compensare la CO2 prodotta. L’azienda dovrà occuparsi di 2 milioni di tonnellate di gas serra sui 3.6 totali. Tra le misure che intende adottare, Dow ha inserito l’implementazione di programmi come il “fuel switch” (ossia il passaggio temporaneo e reversibile da un’alimentazione a combustibile climalterante ad uno più pulito) dei propri impianti in Brasile. Accanto al lavoro della Dow Chemical, il governo brasiliano dovrà fare la sua parte per compensare la CO2 restante. Sono in programma interventi di riforestazione nelle aree più degradate della foresta pluviale del versante atlantico.

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