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Rio 2016, tanti annunci ma nessun vantaggio per l’ambiente

Rio 2016, tanti annunci ma nessun vantaggio per l’ambiente

 

(Rinnovabili.it) – Il Comitato olimpico ha provato a uscirne pulito, ma più a suon di annunci che con azioni efficaci e mirate. Il castello di parole che ha circondato in questi mesi Rio 2016 è miseramente crollato sotto i gelidi commenti della Corte dei Conti federale del Brasile (TCU). In una conferenza stampa tenuta ieri il portavoce della Corte ha affermato: “Al momento attuale, non abbiamo nulla di rilevante da segnalare riguardo a quanto fatto per l’ambiente”. E visto che Rio 2016 inizia tra 9 giorni, i giochi ormai sono fatti.

La TCU, il principale organismo governativo che sorveglia le spese statali, ha anche il compito di tracciare un bilancio delle ricadute delle olimpiadi per il Brasile. Per quanto riguarda i vantaggi ambientali tanto sbandierati dagli organizzatori, però, i risultati sono pari a zero.

 

Rio 2016, tanti annunci ma nessun vantaggio per l’ambienteTutto inizia un anno fa, quando il Brasile finisce sepolto dalle critiche. Il tasso di agenti patogeni trovato nell’acqua è 1,7 milioni di volte più alto che quello registrato sulle spiagge della California meridionale. I livelli di inquinamento erano in contraddizione con le dichiarazioni degli organizzatori, secondo cui i luoghi dedicati agli sport acquatici erano sicuri. Invece molti atleti – già sul posto per allenarsi – avevano contratto malattie: l’inquinamento delle acque nella Baia di Guanabara e nel lago Rodrigo de Freitas erano equivalenti a quelli del liquame delle acque di scolo.

Il governo quindi era corso ai ripari, annunciando piani importanti di ripristino delle condizioni ambientali minime e spingendo su un tasto in particolare: Rio 2016 avrebbe lasciato una preziosa eredità per l’ambiente. Stanziati oltre 12 miliardi di dollari, approntati piani per ripulire gli specchi d’acqua, migliorare i sistemi di trattamento e riciclo delle acque, gestire in modo più efficace i rifiuti. Ma stando alla TCU, niente di tutto questo in realtà si è ancora visto. E si accumulano i dubbi anche sull’ambizioso programma di compensazione delle emissioni di CO2, che prevedeva riforestazioni e fuel switch invece di ricorrere ai carbon markets.

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