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Rinnovo licenza glifosato: gli Stati membri posticipano il voto

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Rinnovo licenza glifosato, torna tutto in mano a Bruxelles

(Rinnovabili.it) – Nulla di fatto per l’accordo europeo sul rinnovo della licenza al glifosato per altri 10 anni. Come prevedibile, gli Stati membri non hanno trovato la maggioranza sufficiente per definire una posizione unitaria sul controverso erbicida, classificato dalla IARC, l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro, come sostanza  “probabile cancerogena per l’uomo”. A nulla è servito dunque il tempo in più concesso alla agli esperti degli ventotto riuniti nel Comitato permanete per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF), che posticipano il voto, passando  la palla alla Commissione Europea.

 

“Il comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi si è riunito oggi per discutere di rinnovare l’approvazione del glifosato attivo. Alla conclusione della riunione non è stata effettuata alcuna votazione”, ha dichiarato la portavoce dell’esecutivo, Anca Paduraru al termine dell’incontro. “La Commissione ha preso atto delle diverse posizioni delle delegazioni degli Stati membri, su cui rifletterà ora e annuncerà prossimamente la data della prossima riunione”.

 

Glifosato: chi è a favore, chi è contro

Secondo quanto riportano due funzionari europei informati sui colloqui del Comitato, la spaccatura in seno agli Stati membri vede contrapposte tre “fazioni”: a favore del rinnovo della licenza al glifosato sono attualmente 16 paesi, vale a dire Bulgaria, Danimarca, Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Spagna, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Finlandia e Regno Unito. Un numero oggi inferiore alla soglia necessaria per raggiungere una “maggioranza qualificata”, ossia un 55 per cento delle 28 Nazioni, che rappresenti almeno il 65 per cento degli europei.

La Germania e il Portogallo non si sono pronunciati mentre Belgio, Grecia, Croazia, Francia, Italia, Lussemburgo, Malta, Austria, Slovenia e Svezia sono apertamente contro la proroga di 10 anni.

 

Il nuovo ritardo decisionale arriva un giorno dopo la risoluzione approvata dal Parlamento europeo  che chiede la messa al bando entro il 2022 del diserbante. Il testo, in realtà, aggiunge due anni alle tempistiche originariamente indicate dal documento passato in commissione Ambiente (ENVI) solamente la scorsa settimana. In compenso suggerisce l’applicazione di alcuni divieti specifici già dalla fine di quest’anno: l’uso di glifosato da parte di agricoltori non professionisti, i trattamenti nei pressi di scuole, parchi pubblici, parchi giochi o giardini, l’uso come essiccante prima della raccolta (pre-harvest), l’uso agricolo dove i sistemi integrati di gestione dei parassiti sono sufficienti per la gestione delle erbacce.

 

>>Leggi anche Il Parlamento UE chiede lo stop al glifosato entro 5 anni<<

 

Toccherà ora a Bruxelles rimettere nuovamente mano alla proposta di rinnovo della licenza del glifosato. Tra le ipotesi più probabili c’è quella che l’esecutivo venga incontro alla richiesta dell’Europarlamento, accettando un periodo di cinque anni, per catturare il consenso anche di Italia e Francia.

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