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Rimini approva il regolamento degli orti urbani

il Consiglio Comunale ha approvato all'unanimità il nuovo regolamento per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani, appezzamenti di terreno affidati alla cura dei cittadini

EmiliaUn progetto – commenta l’assessore ai rapporti col territorio Nadia Rossi – che nasce dalla volontà di promuovere attività che favoriscano la socializzazione, la partecipazione alla vita della città, la voglia di mettere al servizio le proprie capacità o di svilupparne di nuove”.

L’’attività degli orti urbani è attiva già da diversi anni, ed era in mano alle circoscrizioni territoriali. Con la cessazione dei quartieri, è stato dunque necessario mettere mano al regolamento e nell’occasione sono state introdotte importanti novità. Innanzitutto, gli orti non saranno più a disposizione solo agli anziani, come è stato fino a questo momento. “Il 70% degli orti disponibili continueranno ad essere riservati alle persone dai 65 anni in su (residenti nel Comune di Rimini da almeno due anni) – spiega l’assessore Rossi – mentre i restanti saranno destinati a progetti scolastici, di socializzazione o di sostegno a favore di persone in stato di disagio economico o sociale, che saranno individuati dalla Direzione Servizi Educativi e di protezione sociale. In questo modo possiamo offrire nuovi spazi alla partecipazione, come già si sta facendo in diverse parti d’Italia, nel solco anche dell’esperienza dei community garden anglossassoni”.

Gli orti urbani (appezzamenti di terreno non superiori a 50 metri quadrati) saranno assegnati sulla base di una graduatoria dopo un bando pubblico. La durata dell’assegnazione è di 5 anni per chi li ha in assegnazione per la prima volta, mentre le assegnazioni successive saranno di tre anni. Il regolamento prevede inoltre il divieto assoluto di utilizzare diserbanti chimici e sostanze inquinanti, il terreno deve essere adibito a colture eco-compatibili e possono essere coltivati ortaggi, fiori e piccoli alberi da frutto. Le produzioni degli orti, che devono essere coltivati direttamente dagli assegnatari, non devono essere oggetto di commercio e comunque mai legate a scopo di lucro.