Per il ministro dell'Ambiente Galletti non si tratta di ecoballe dalla Campania. Ma il carico di rifiuti potrebbe comunque aver violato la legge, incalza Greenpeace
(Rinnovabili.it) – Il Marocco ha deciso di sospendere le importazioni di rifiuti dall’Europa destinati all’incenerimento per le crescenti pressioni degli attivisti ambientali e della società civile. Tutto bloccato dopo le proteste per l’arrivo di un carico di 2.500 t di rifiuti tossici da Taverna del Re, tra Napoli e Caserta, e la rapida diffusione di una campagna con lo slogan “Non siamo la pattumiera d’Europa”.
“Abbiamo deciso di sospendere le importazioni di rifiuti e di non usare i carichi già importati fino all’arrivo dei risultati delle indagini”, ha annunciato ieri il portavoce del governo marocchino Mustafa Khalfi. La vicenda iniziata alla fine di giugno ha messo sempre più in difficoltà l’esecutivo di Rabat e in particolare la ministra dell’Ambiente Hakima el-Haite, che ha fornito versioni in parte contraddittorie e non è riuscita a fare chiarezza sui controlli che sarebbero effettuati sui rifiuti.
L’indignazione degli ambientalisti è montata anche perché la mossa del governo è apparsa in palese contraddizione con una campagna per l’abolizione dei sacchetti di plastica e con il percorso che prepara il summit internazionale della COP22, previsto per la metà di novembre a Marrakesh.
Galletti smentisce ogni accordo
Ieri era arrivata una smentita anche dal ministro dell’Ambiente italiano Galletti: “E’ assolutamente infondata la notizia secondo cui sarebbe stato firmato, durante la giornata di celebrazioni del trentennale del ministero dell’Ambiente italiano del 6 giugno scorso, cui ha preso parte la ministra El Haite, un accordo tra i due Paesi che preveda il trasporto di rifiuti in Marocco”.
“Altrettanto falsa – prosegue il ministro – è la notizia che il carico giunto nei giorni scorsi nel Paese nordafricano contenesse le ‘ecoballe’ campane: si è trattato, secondo gli approfondimenti da noi compiuti, di un trasporto di rifiuti internazionalmente catalogati ‘non pericolosi’, partito da Pescara e in possesso di tutte le certificazioni previste per il trasporto transfrontaliero”.
Se non sono ecoballe, cosa sono?
Non sarebbero ecoballe, quindi. Ma che tipo di rifiuti sono? È possibile che si tratti davvero di rifiuti tossici? La risposta di Galletti non è apparsa esauriente a Greenpeace, che torna a chiedere lumi al governo: “Il Marocco ha ratificato il Protocollo di Smirne della Convenzione di Barcellona, le norme di importazione dei rifiuti in questo Paese sono particolarmente severe ed escludono, ad esempio, materiali derivanti dalla raccolta indifferenziata di rifiuti solidi urbani e rifiuti infiammabili come gli pneumatici fuori uso – afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento Greenpeace Italia – Se, come riferito dai media, l’Italia ha davvero esportato in Marocco rifiuti urbani e pneumatici fuori uso, saremmo in presenza di una palese violazione del diritto internazionale“.
Intanto il governatore della Campania Vincenzo De Luca prova a uscirne pulito. Sui documenti di viaggio che hanno fatto il giro del web infatti c’è la sua firma. Per De Luca si tratta di falsi e ha sporto denuncia per tutelarsi: sarebbe falsa la firma, così come l’intestazione e i simboli di Regione e Stato presenti sui documenti che autorizzano l’esportazione di quei rifiuti verso il Marocco.