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Rifiuti speciali: -7,3% tra il 2008 e il 2009

E' online il Rapporto sui rifiuti speciali redatto dall'ISPRA, secondo il quale si è verificata una riduzione significativa nella produzione a livello nazionale

(Rinnovabili.it) – L’ISPRA ha reso noto ieri l’edizione 2011 del Rapporto sui rifiuti speciali, vale a dire quelli provenienti da settori come l’agricoltura, l’edilizia, l’industria, il comparto sanitario e quello artigianale. Secondo i dati forniti, in Italia si è verificata una riduzione della produzione tra il 2008 e il 2009 pari al 7,3%, passando da 138,6 milioni di tonnellate a 128,5 milioni di tonnellate. Nello specifico il decremento registrato è andato soprattutto a carico di quei rifiuti speciali etichettati come “pericolosi”, scesi in percentuale dell’8,6% (pari a 980mila tonnellate) sul totale. I settori che hanno maggiormente contribuito alla voce  per i rifiuti i non pericolosi, sono costruzioni e demolizioni e attività manifatturiere, con percentuali pari rispettivamente al 49,8% e 25,8% del totale. Per i rifiuti pericolosi è invece il settore manifatturiero a detenere oltre la metà della produzione totale, seguito dal comparto “servizi, commercio e trasporti” (22,7%) e quindi dalle attività di trattamento dei rifiuti stessi (16,4%).

Dalla produzione alle gestione scendono i numeri. Nel complesso, i rifiuti speciali gestiti in Italia solo nel 2009 ammontavano a circa 135 milioni di tonnellate, di cui il 57,5% è stato avviato al recupero, il 15,6% al trattamento chimico, fisico e biologico, mentre “solo” il 9,6% è stato destinato alla discarica. Per i rifiuti pericolosi l’operazione più diffusa è il riciclo/recupero dei metalli, con circa 602 mila tonnellate (28,6% del totale) seguita da riciclo/recupero di sostanze organiche con 239 mila tonnellate (10,7% del totale) e dal “riciclo/recupero di  altre sostanze inorganiche” con 228mila tonnellate (10,8% del totale dei rifiuti pericolosi recuperati).

In flessione il recupero energetico. Sempre nel 2009, erano 529 gli impianti industriali in esercizio che utilizzavano questa categoria come fonte di energia per un totale di circa 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti destinati allo scopo, un quatitivo minore però rispetto a quello del 2008.