Grazie al progetto DEFISHGEAR i fondali e gli ammassi rocciosi di Chioggia saranno ripuliti dai rifiuti come reti e cavi che minacciano l'ecosistema
(Rinnovabili.it) – Si sta svolgendo in collaborazione con i sommozzatori della Polizia di Stato di Venezia il progetto DEFISHGEAR, nato per eliminare i rifiuti intrappolati nelle rocce di Chioggia. A partecipare all’iniziativa anche i volontari dell’associazione “Tegnùe di Chioggia ONLUS”, e ricercatori del Laguna Project (nell’ambito del progetto europeo Life Ghost) e dell’ISMAR-CNR di Bologna ha realizzato, a bordo della nave oceanografica Astrea.
La campagne nasce con l’obiettivo di monitorare la presenza di rifiuti nelle acque e provvedere alla loro rimozione dagli ammassi rocciosi tipici della zona, conosciuti con il nome di “Tegnùe di Chioggia”, che si trovano tra i 15 e i 40 metri di profondità lungo un’ampia fascia costiera dell’Alto Adriatico (costa occidentale). Le formazioni sono l’habitat di numerose specie animali e vegetali tipiche della zona, una biodiversità di particolare importanza che va tutela e protetta.
Reti da pesca e lunghi cavi adagiati sui fondali rappresentano una minaccia per queste rocce e per l’ecosistema ospitato visto che soprattutto la rete continuano ad imprigionare pesci che non riuscendosi a liberare perdono la vita e andando a rappresentare una minaccia anche per i sub, che possono rimanere intrappolati nei cavi e nelle reti da pesca abbandonate.
Iniziato a novembre 2013 il progetto DEFISHGEAR terminerà nel 2016, continuando a coinvolgere oltre all’ISPRA anche altri 15 partner che fanno capo ai paesi costieri che si affacciano sull’Adriatico (Albania, Bosnia e Herzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia).