(Rinnovabili.it) – Nonostante siano migliorati i tassi di raccolta differenziata l’Italia conferisce in discarica un volume di rifiuti ancora troppo elevato. Per condurre il paese attraverso un percorso che abbia come obiettivo la creazione di un sistema a rifiuti zero Legambiente ha avanzato una serie di proposte che potrebbero aiutare. A dare il quadro della situazione il rapporto sui rifiuti di Ispra nel quale si evidenzia come nel 2012 sono stati 196 i kg di rifiuti per abitante trasportati in una delle 186 discariche presenti sul territorio nonostante i divieti imposti dalla normativa europea. Un sistema insostenibile, che rischia di costare non poco all’Italia, obbligata a provvedere alla bonifica dei siti per non pagare le multe che altrimenti le verranno assegnate dall’Europa.
Per risolvere il problema, suggerisce Legambiente nel documento presentato stamattina a Roma in occasione del convegno Ridurre e riciclare prima di tutto, si deve partire da un’indagine sui costi dello smaltimento in discarica e sull’impiego dell’ecotassa da parte delle amministrazioni locali e prima ancora però agire sul potenziamento della prevenzione oltre che del riciclo. per far questo c’è bisogno però di un sistema di incentivi e disincentivi che renda anche economicamente vantaggioso impegnarsi nella raccolta differenziata punendo il conferimento in discarica e il recupero energetico dai rifiuti seguendo anche la regola del “chi inquina paga”.
Ma come mai ancora molte regioni utilizzano le discariche? Probabilmente per i bassi costi di utilizzo del servizio: ad esempio in Puglia il costo medio è di 50 euro per tonnellata e la regione vanta il triste primato, insieme a Lazio e Sicilia, di maggior quantitativo di rifiuti sotterrati. Nelle regioni come il Veneto, dove la discarica costa 150 euro/t, ad essere favorita è invece la raccolta differenziata.
“La strada per uscire dall’emergenza non è in discesa ma se c’è la volontà politica si può fare anche in tempi brevi – ha spiegato Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente, nell’illustrare il dossier dell’associazione -. Sull’attività delle discariche pretendiamo il rispetto della direttiva europea e l’uso della leva economica, modificando in Parlamento l’ormai superata legge sull’ecotassa del 1995, per aumentare i costi dello smaltimento, diffondere le raccolte differenziate domiciliari secco-umido e sostenere il riciclo. Si deve approvare una nuova legge anche per bloccare gli incentivi per il recupero energetico, incentivare il riciclaggio e non solo le raccolte differenziate, puntando molto sugli acquisti verdi, ma serve anche completare la rete di impianti per il trattamento dell’organico, ancora carente soprattutto nel centro sud, puntando con decisione sulla digestione anaerobica. Si deve cambiare rotta anche sulla produzione dei rifiuti, utilizzando la leva economica. Chi produce più rifiuti deve pagare di più: questo deve valere per le aziende ma anche per i nuclei familiari. Ci auguriamo fortemente che il Governo e il Parlamento scelgano questa strada con il nuovo tributo sui rifiuti – l’ex Tares, ora Tari – ancora in fase di definizione”.
Oltre all’aumento dei costi di smaltimento in discarica e della produzione di energia dai rifiuti Legambiente ha suggerito durante il convegno di incentivare il riciclaggio affinchè superi in convenienza il recupero energetico.
“Per aumentare il costo di conferimento della discarica facendo leva sull’ecotassa – ha concluso Ciafani – è fondamentale però che il Parlamento corregga l’errore fatto dal ministero dell’Ambiente nell’intenzione di prorogare i termini entro cui raggiungere gli obiettivi di differenziata come previsto dal ddl collegato ambientale alla legge di stabilità approvato dal consiglio dei ministri lo scorso venerdì. Questo avrebbe come conseguenza una sorta di condono per le multe sullo smaltimento in discarica che premierebbe solo chi non ha rispettato fino ad oggi gli obiettivi di legge sulla differenziata”.