(Rinnovabili.it) – Dopo un anno e mezzo di operatività il decreto Uno contro Uno inizia a dare le prime cifre a quattro zeri. Il sistema di raccolta dell’e-waste, che impone ai negozianti il ritiro gratuito di un’apparecchiatura elettrica vecchia al momento dell’acquisto di una nuova di equivalente funzionalità, ha portato dalla sua entrata in vigore (18 giugno 2010) ad oggi al recupero di 16mila tonnellate di rifiuti elettronici. Un risultato ancora contenuto, vittima di un’informazione ancora scarsa ma che dà ora i primi segnali di crescita. “Il contributo degli esercizi commerciali nella raccolta dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) è stato importante”, afferma Walter Camarda, presidente di Ecolight, consorzio per la gestione dei RAEE che offre il servizio di ritiro dei rifiuti elettronici a oltre 3mila negozi in tutta Italia. “Siamo convinti che vi siano le potenzialità per tassi di raccolta ancora più elevati, oggi frenati in buona parte da difficoltà di gestione esterne al sistema distributivo e dovuto a normative inadeguate sulle quali, ormai da troppo tempo, la filiera sta chiedendo interventi urgenti”.
Le criticità
Il primo passo per raggiungere livelli importanti di raccolta, secondo il direttore di Ecolight, è muoversi sul fronte dell’informazione facendo conoscere al consumatore le opportunità offerte dal sistema Uno contro Uno. Che gran parte dei cittadini siano all’oscuro della possibilità lo dimostra il dato di raccolta degli R4, ovvero i piccoli elettrodomestici come telefoni, frullatori o giochi elettronici: meno del 2 per cento in peso di quanto è stato raccolto. “Se per frigoriferi e lavatrici solitamente viene richiesta la consegna a domicilio con il ritiro del vecchio prodotto, non avviene così quando si tratta di frullatori o lettori dvd. La consegna non è automatica e il consumatore può portarli in negozio piuttosto che conferirli all’ecocentro del proprio Comune”. E sono proprio i centri di raccolta comunali l’altro nodo da affrontare. Secondo i dati 2011 del Centro di Coordinamento Raee, infatti, circa quattro piazzole su dieci non ritirano i rifiuti elettronici raccolti dai negozi e delle altre sei piazzole comunali, cinque accolgono RAEE solo per piccoli quantitativi e provenienti dal territorio di competenza e solamente una è disposta a ricevere questi rifiuti indipendentemente dal territorio. “Il consorzio Ecolight continua nell’andare incontro alle esigenze dei punti vendita, intervenendo anche quando le istituzioni nazionali e locali non sono in grado di dare delle risposte”, commenta Camarda. “È necessario che le isole ecologiche si aprano ai conferimenti della distribuzione e che la normativa sia modificata portando il periodo massimo di stoccaggio da 30 giorni a tre mesi, in modo da poter raggiungere i quantitativi necessari per ridurre gli attuali ingenti costi di stoccaggio e di trasporto”.
Il bilancio di fine anno
Nel 2011 sono state raccolte 12mila tonnellate di RAEE circa 300mila pezzi, l’85 per cento dei quali è rappresentato dai grandi elettrodomestici. Ai dati di Ecolight si aggiungono quelli di Ecodom che, nello scorso anno, ha gestito in tutta Italia circa 86.400 tonnellate tra frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie da cui ha ricavato: 56.889.000 kg di ferro; 2.534.000 kg di alluminio; 1.548.000 kg di rame; 6.831.000 kg di plastica. Sempre secondo i dati analizzati da Ecodom, utilizzare le materie prime (ferro, alluminio, rame e plastica) ottenute dal riciclo di 86.400 tonnellate di RAEE (42.000 del Raggruppamento R1 – frigoriferi e condizionatori – e circa 44.400 del Raggruppamento R2 – altri grandi bianchi) ha comportato inoltre un risparmio energetico di circa 614.685.000 kWh rispetto a quanto sarebbe stato necessario per ottenere le stesse quantità di materie prime “vergini”. A livello regionale, la più attiva risulta essere la Lombardia con 13.395 tonnellate di RAEE gestiti, seguita dalla Sicilia (9.988 ton) ed Emilia Romagna (9.159 ton). Ultimo posto in classifica invece per il Molise con le sue 105 tonnellate di RAEE gestiti.