Il volume dei RAEE nel sudest asiatico è aumentato del 63% tra il 2010 e il 2015. Tra le cause, consumatori con maggiore disponibilità economica e obsolescenza programmata
(Rinnovabili.it) – Il consumismo elettronico ha gettato radici resistenti anche in Asia. L’aumento dei redditi e il low cost tecnologico hanno trasformato in poco tempo il sudest asiatico nel più grande di consumatore di tv, smartphone, tablet e altri gadget. A crescere con ritmi impegnativi, però, è anche il livello dei rifiuti elettronici. Secondo quanto rivela l’ultimo rapporto ONU, la quantità di RAEE in Asia è aumentata del 63% in cinque anni. Gli “e-waste” nelle dodici nazioni monitorate, risultano aver superato i 12 milioni di tonnellate nel solo 2015, un peso di 2,4 volte superiore a quella della Grande Piramide di Giza, in Egitto.
“Per molti paesi dove già mancano le infrastrutture per una gestione ecologicamente corretta dei rifiuti elettronici, questi volumi crescenti sono un motivo di preoccupazione”, spiega Ruediger Kuehr, co-autore della relazione e direttore del programma Cicli Sostenibili all’UNU, braccio accademico delle Nazioni Unite. La crescita dei volumi di RAEE ha superato già quella della popolazione: solo la Cina la produzione di e-waste è più che raddoppiata nei cinque anni in questione. Ma è Hong Kong ad aver generato la più alta quantità di rifiuti elettronici in Asia nel 2015, con una media di 21.7kg a persona.
Quali le cause? Una quantità enorme di rifiuti elettronici dagli Stati Uniti e altre nazioni finisce nei paesi in via di sviluppo. Per molto tempo, la Cina e gli altri paesi asiatici hanno riciclato l’elettronica scartata dalle nazioni più ricche in fabbriche rudimentali e per lo più non sicure. E non si tratta solo di traffici illegali. “Anche le spedizioni legali di prodotti usati ma funzionanti sono spesso fonte di grandi volumi di e-waste, dal momento che non esiste un mercato per questi prodotti obsoleti”, spiega l’UNU nel suo report.
Ma alle importazioni illegali oggi si aggiunge l’aumento della classe media, della “quota giovani” nella popolazione e della produzione stessa portata dentro i confini asiatici. L’ONU punta il dito anche contro la breve vita degli apparecchi, in grado di favorire le pratiche usa e getta, uno degli elementi che rendono oggi l’Asia, al tempo stesso, il più grande produttore e consumatore di elettronica al mondo