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Rifiuti di Roma, Clini firma il decreto

Rifiuti di Roma, Clini firma il decreto(Rinnovabili.it) – Nuovo capitolo per l’emergenza rifiuti di Roma. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha infatti firmato il decreto dedicato alla risoluzione della criticità laziale e con il quale si spera di evitare l’assegnazione di una nuova maxi-multa all’Italia. Dopo la “tirata d’orecchie” della Commissione europea che, stanca delle continue proroghe, ha deferito il Belpaese alla propria Corte, il governo corre ai ripari.

Il provvedimento, siglato ieri, si impernia su tre obiettivi: ottenere il fermo entro il 10 aprile del conferimento in discarica dei rifiuti non trattati; incrementare la capacità di produzione di CSS e di rifiuti organici degli impianti di trattamento attivi nel Lazio; adeguare le autorizzazioni degli impianti esistenti affinchè funzionino a pieno regime.

 

I rifiuti di Roma hanno innescato il deferimento italiano

Il ministro, dunque, non abbandona la questione, neppure con un governo in ridefinizione e dopo le strenue opposizioni al decreto del 3 gennaio e tenta il tutto per tutto per “disinnescare” il deferimento italiano. “Con questo intervento – si legge sulla nota stampa inviata dal ministero – sarà inoltre possibile ridurre in maniera decisiva il conferimento in discarica: l’obiettivo è arrivare a giugno – quando scadrà la proroga di Malagrotta – in condizioni diverse e migliori. Si potrà valutare a quel punto se (e a quali condizioni) possa servire a Roma una discarica di servizio”. Per Malagrotta, dunque, la parola fine sembra ancora essere distante, allontanata dall’ennesima e apparentemente “invitabile” proroga.

 

Impianti di trattamento a pieno regime e nuovi poteri al Commissario

Nel dettaglio il nuovo decreto prevede che, entro il 29 marzo 2013, il Commissario adegui, anche d’ufficio se necessario, l’autorizzazione rilasciata agli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) individuati dal provvedimento del 3 gennaio 2013. La misura servirà affinché gli stessi operino al massimo della loro capacità accertata per massimizzare la produzione di

–  Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR), ovvero di Combustibile fossile secondario (CSS)

– di FOS ovvero la frazione organica stabilizzata risultante dal processo d’igienizzazione e stabilizzazione della componente organica dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU).

– di scarti non compostabili (compreso vetro),

–  metalli ferrosi e non ferrosi.

 

In tal senso la norma impone precisi obiettivi da raggiungere. La produzione di Css deve essere portata a un livello minimo tra il 35% e il 40% e quella di FOS tra il 30% e il 35%; inoltre il livello degli scarti non compostabili (compreso il vetro) non deve superare il 25% e quello dei metalli deve essere assicurato almeno nella misura del 3%.

Infine il decreto conferisce maggiori poteri al commissario per la crisi rifiuti di Roma, il quale dovrà “sbloccare le autorizzazioni e adeguare ai nuovi standard gli impianti di trattamento dei rifiuti”, controllando la destinazione dei combustibili prodotti dagli impianti e assegnando all’Ama il compito di destinare i materiali selezionati per il riciclo o per il riutilizzo  in caso gli impianti laziali non sapessero dove  indirizzarli, anche facendo ricorso a impianti di altre regioni.

 

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