(Rinnovabili.it) – Quasi 8 rifiuti di imballaggio su 10 sono stati avviati a recupero in Italia, generando benefici economici diretti per 891 milioni di euro e consentendo un risparmio di 3,3 milioni di tonnellate di materie prime. Senza contare i 3,5 milioni di tonnellate di CO2 evitati. Sono i dati emersi dal report di sostenibilità Conai, ricavati utilizzando la metodologia del Green Economy Report messa a punto dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Essa permette di rendicontare il proprio operato ai tre livelli: di organizzazione (impatto delle attività, degli uffici e dei dipendenti), di sistema dei Consorzi (Comieco, Cial, Corepla, Coreve, Rilegno, Ricrea) di industria del riciclo (gli attori impegnati nel settore riciclo degli imballaggi, compresi i gestori indipendenti).
Secondo queste statistiche, nel 2014 la quota di rifiuti di imballaggio in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro recuperata a livello nazionale è pari al 77,7% dell’immesso al consumo, per un totale di 9,2 milioni di tonnellate. Se nel 1998, anno di inizio delle attività del Consorzio, 2 imballaggi su 3 finivano in discarica, oggi sono soltanto 2 su 10. Questo ha permesso di reimmettere nel ciclo produttivo ben 7,8 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, +3% rispetto alla precedente rilevazione del 2012.
È stata risparmiata la produzione di nuova materia prima equivalente a 1,2 miliardi di bottiglie in vetro da 0,75 litri, 300 milioni di risme di carta in formato A4, 30 milioni di pallet in legno, 8 miliardi di flaconi di detersivo in Pet, 1 miliardo di lattine da 33cl in alluminio, e dell’equivalente in peso di 665 Frecciarossa (Etr 1000) per l’acciaio.
L’impatto economico vede 891 milioni di benefici diretti contro 477 milioni di costi sostenuti dal sistema. In questo rapporto è stato calcolato anche l’impatto sociale dell’industria del riciclo: 18 mila impiegati nella gestione dei rifiuti di imballaggio, il 59% che opera nei servizi di raccolta differenziata e il 41% nei servizi di preparazione al riciclo. Ampliando la prospettiva all’industria del riciclo, invece, gli occupati salgono a circa 37.000 unità.