Rinnovabili • Rinnovabili •

Rifiuti d’Alta Moda

Quando il riciclo diventa uno stile di vita e si unisce alla fantasia. Nasce così l’eco-moda e le originali creazioni di Carmela La Salandra

Abito da sera creato con taffetà riciclato

E’ iniziata una nuova era dell’alta moda. Marche note, grandi firme, ma anche nuovi stilisti emergenti stanno ormai dirigendo le proprie scelte verso l’impiego di materiali non tradizionali, attenti all’ambiente o dal cuore eco-friendly. Nasce così, da una forte propensione per il rispetto della natura, unita ad un forte attaccamento alle sue radici e alla tradizione, la creatività di Carmela La Salandra, autrice di libri, insegnante di manualità creativa ma soprattutto eco-creatrice. L’esperienza, acquisita in venti anni di attività svolti come “merciaia creativa e fantasiosa”, l’ha portata a rispolverare tecniche tipiche della nostra tradizione, dal cucito all’uncinetto, dalla maglia al ricamo, ed applicarle “all’arte del riciclo”. “Sono nata e cresciuta in un ambiente contadino dove niente si butta, e tutto è riutilizzabile, e con una mamma sarta in aggiunta, da cui ho avuto ‘l’obbligo’ d’imparare tutte le tecniche della nostra tradizione”, ci racconta La Salandra. “In età adulta tutto questo “patrimonio” è riemerso. Ho approfondito con corsi di formazione, dalla sartoria alla creazione di gioielli, e per circa vent’anni è stato il mio lavoro usando sia materiali tradizionali che di scarto. La certezza che ognuno di noi può contribuire al cambiamento mi ha portato in maniera quasi inconsapevole a cambiare completamente il mio punto di vista. Adesso uso esclusivamente materiali di scarto, sia domestici che industriali”.

Un artista a tutto tondo che ha fatto del riciclo uno stile di vita piuttosto che un lavoro, fermamente convinta che se tutti ci impegnassimo ad allungare la vita dei nostri beni e prodotti d’uso comune, lo stato attuale delle cose potrebbe cambiare, e in meglio. “Le mie proposte creative sono finalizzate al riuso dei materiali, e di conseguenza alla riduzione degli scarti; secondo me uno dei percorsi migliori per raggiungere questo obiettivo è l’auto-produzione. Certo l’osservazione che ricevo più di frequente è la mancanza di tempo … ma prima o poi si dovrà pur decidere da che parte stare”. E la posizione scelta dell’artista/artigiana, come lei stessa si definisce, è ben precisa. Convinta che tutto si possa “ri.ideare, ri.creare, ri.fare e ri.utilizzare”, la designer ha infatti dato vita ad un’intera collezione di abiti e accessori utilizzando esclusivamente materiali di scarto. Ad iniziare dagli abiti di lusso realizzati con vecchi biglietti della lotteria, o dai capi di abbigliamento creati con pagine di giornali e fumetti. Riviste, teli per ombrelli, cravatte, jeans e sacchetti di plastica, queste le materie “prime” impiegate e da cui ha preso forma un abito simbolo dell’emancipazione della donna durante il Risorgimento, che è stato esposto alla mostra “150 opere” all’Archivio di Stato di Novara. Da non dimenticare inoltre gioielli ed accessori originali, anch’essi prodotti reimpiegando tutto ciò che in casa non ci serve più, come nel caso di bottoni, camere d’aria per bici, tappi di bottiglia, mini cd, ma anche flessibili e pedali della bici, usati per realizzare rispettivamente un porta-foglietti e un appendiabiti. A dimostrazione che attraverso il filtro dell’arte si può contribuire a sensibilizzare la coscienza ambientale delle persone. “Un messaggio di facile comprensione che arriva a tutti”.

Una coscienza ambientale che andrebbe risvegliata ora più che mai. Stando, infatti, a dati di una recente indagine Istat, infatti, nel 2010 la produzione di rifiuti urbani pro capite, condotta in ben 116 capoluoghi di provincia, è aumentata dello 0,9%, equivalente a circa 609,5 kg per abitante, dopo tre anni di andamento decrescente. Il trend è sintomo di un innalzamento dei consumi, che sembra non conoscere crisi, ma che offre dall’altro lato un’importante opportunità. Reimpiegare materiali altrimenti destinati alla discarica può essere una soluzione utile ed originale all’eccessiva produzione di rifiuti, trasformando tutto ciò che è arrivato alla fine del suo ciclo vitale per renderlo ri-utilizzabile. Fra i progetti della designer c’è quello di creare un’intera collezione d’abiti e accessori da mettere sul mercato, “in linea con il mio stile di vita per una cooperativa sociale”, sottolinea, “cercando maggiori opportunità di divulgazione del massaggio al riciclo dei materiali proponendo le mie creazioni attraverso rubriche fisse sui mass media”. Lo scorso 5 novembre a Milano si è tenuta la sfilata “Rifiuti d’Alta Moda”, dove La Salandra ha portato in passerella i suoi eco-abiti facendoli indossare da donne normali, di tutte le età e di tutte le taglie, a dimostrazione concreta che il riciclo può, e deve, entrare a far parte della vita di tutti i giorni.