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Rifiuti: Conai e Minambiente fanno il punto della situazione in Europa

Un rapporto di Anci e Minambiente spiega in che modo l'Europa potrebbe aumentare i tassi di riciclo dei rifiuti agendo su ricerca e sviluppo

Rifiuti(Rinnovabili.it) – Conai, Consorzio nazionale imballaggi, in collaborazione con Althesys ha presentato i risultati di uno studio promosso dal Ministro dell’Ambiente per chiarire quali siano le prospettive e lo stato dell’arte del settore del riciclo dei rifiuti urbani. L’obiettivo dello studio è anche e soprattutto analizzare le relazioni che intercorrono tra le politiche di gestione dei rifiuti urbani e lo sviluppo economico e occupazionale nell’Unione Europea.

Il rapporto mette in evidenza come all’interno dell’Unione europea la gestione dei rifiuti appaia eterogenea con realtà che hanno completamente eliminato il ricorso alle discariche facendo però spesso ricorso all’incenerimento, che pesa tra il 35% della Germania e il 52% di Svezia e Danimarca, e altre che quasi non si affidano alla raccolta differenziata né tantomeno al riciclo.

 

Questa situazione ha portato ad elaborare due differenti scenari al 2020. Una ipotesi, definita scenario teorico “ipotizza che tutti i Paesi europei raggiungano gli obiettivi per il 2020: almeno il 50% di riciclo dei rifiuti urbani e l’azzeramento del ricorso alla discarica. Il secondo, scenario prudente, tiene conto delle differenti situazioni di partenza e valuta in  modo più realistico il fabbisogno di infrastrutture per le varie opzioni di trattamento”. Pensare ad un unico obiettivo di riciclo valido in ogni contesto appare infatti inappropriato e poco realistico, anche perché oltre al clima cambia da paese a paese anche la composizione dei rifiuti stessi. Nei paesi del Sud appare molto più elevata la percentuale di rifiuti organici rispetto al Nord, dove i rifiuti vengono impiegati soprattutto per la produzione di calore.

 

“Nello scenario teorico l’aumento delle quantità avviate a riciclo nell’UE al 2020 sarebbe di 44,8 milioni di tonnellate, mentre la maggior quantità di rifiuti avviati a compostaggio sarebbe di 22,5 milioni. Il ricorso alla discarica si ridurrebbe di 71 milioni di tonnellate e le quantità di rifiuti termovalorizzati crescerebbero quindi di 37,5 milioni.

Nello scenario prudente, l’aumento del riciclo e del trattamento del materiale organico sarebbe rispettivamente di 21,2 e 10,8 milioni di tonnellate, mentre il ricorso alla discarica si ridurrebbe di 25 milioni. Il fabbisogno di nuova capacità di termovalorizzazione sarebbe di 22,3 milioni di tonnellate” specifica il documento.

 

Ma per far crescere i volumi di riciclo e raggiungere gli obiettivi europei è necessario investire in ricerca e sviluppo cercando di ampliare l’offerta di servizi in base alle potenzialità e alle necessità delle differenti realtà e adeguando anche l’offerta di prodotti, in modo da facilitare il recupero dei materiali.

I paesi possono inoltre scegliere di affidarsi al Green Public Procurement, che favorisce la produzione di prodotti verdi e di tecnologie a basso impatto ambientale. Il sistema però si è sviluppato in maniera disomogenea e questo quindi comporta la necessità di interventi mirati che sappiano accompagnare il settore nel giusto itinerario di crescita e sviluppo.