Steiner: "I progettisti devono assicurare che materiali come le terre rare possano essere facilmente recuperati una volta a fine vita"
L’uso integrato di metalli e dei loro composti causa impatti locali legati alle attività estrattive e utilizza il 7-8 per cento della fornitura globale di energia; sono presenti inoltre anche problemi legati alla necessità di stoccare quelli la cui offerta ha superato la domanda. Al contrario, il riciclaggio richiede molta meno energia per chilogrammo di metallo prodotto rispetto alla linea di produzione primaria, e diminuisce anche l’impatto globale delle attività di estrazione locale, oltre a rallentare la necessità di sfruttare minerali di basso grado, processo che consuma più energia, ma che si tende ad usare più frequentemente quando aumenta la domanda.
Teoricamente, i metalli possono essere riciclati quasi all’infinito, presentando così una preziosa occasione per ridurre il degrado ambientale, il consumo di energia e di acqua. Tuttavia, la crescente complessità dei prodotti rende difficile riuscire ad estrarre e riutilizzare tutti i metalli preziosi impiegati. Per esempio, un telefono cellulare può contenere più di 40 elementi, tra metalli di base come il rame e stagno e metalli preziosi come il platino, l’argento, l’oro e il palladio, ma solo una parte può attualmente essere recuperata. Durante la progettazione di nuovi beni, ingegneri e designer dovrebbero pertanto tenere in considerazione il ciclo di vita, utilizzando le più recenti conoscenze di metallurgia e implementando sistemi di simulazione di un processo di riciclaggio rigoroso. Si passerebbe così da un approccio progettuale materiale-centrico ad un più sostenibile prodotto-centrico.