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Riciclo del vetro: Italia in cammino verso gli obiettivi europei

Il settore del riciclo del vetro nel nostro Paese funziona, ma c’è ancora troppa differenza tra Nord e Sud. Serve uno sforzo ulteriore per agganciare gli obiettivi Ue

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(Rinnovabili.it) – Il riciclo del vetro in Italia funziona, ed è un esempio di economia circolare. Queste, in sintesi, le conclusioni del rapporto “Il riciclo del vetro e i nuovi obiettivi europei per la circular economy”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per conto di Assovetro, l’Associazione nazionale degli industriali del vetro aderente a Confindustria.

Il rapporto, presentato ieri a Roma, descrive un settore dell’economia italiana che conta 20.200 occupati e produce 1,4 miliardi di PIL. In Europa ha generato 125 mila posti di lavoro, contribuendo con 9,5 miliardi al PIL europeo e riducendo del 48% l’utilizzo di materie prime.

«Il vetro – ha detto il Presidente della Sezione Vetro cavo di Assovetro, Marco Ravasi – è un materiale che realizza alla perfezione il concetto di economia circolare che si basa su produci-consuma-riproduci e permette di riprodurre sempre contenitori che hanno caratteristiche identiche a quelli originali. Di fronte ai nuovi obiettivi europei sarà necessario ora aumentare e migliorare le raccolte differenziate e rafforzare l’innovazione nel settore per ottenere rottami di qualità che alimentino un ciclo virtuoso».

 

I progressi dell’Italia nel riciclo del vetro

Riciclo del vetro Italia in cammino verso gli obiettivi europeiLa raccolta differenziata nel 2014 è cresciuta, anche se in modo discontinuo. Ora arriva al 77%, mentre il tasso di riciclo al 70,3 (in aumento del 2% negli ultimi 5 anni). Il reimpiego dei rottami nei forni delle aziende del settore ha permesso, nell’ultimo anno, di risparmiare materie prime tradizionali per circa 3 milioni di tonnellate. Il risparmio energetico ammonta invece a 316 milioni di metri cubi di metano e le emissioni evitate a circa 1,9 milioni di tonnellate. Ma i nuovi target europei non permettono dormite sugli allori: è necessario raggiungere il 75% nel 2025 e l’85% nel 2030. In quest’ottica, va migliorata la raccolta differenziata sia per quanto riguarda la qualità che la quantità: «Oltre 512.800 tonnellate di vetro finiscono ancora nei rifiuti indifferenziati – descrive il rapporto – mentre altre perdite emergono negli impianti di selezione e trattamento dei rottami di vetro, dove ben 150.000 tonnellate di scarti finiscono in discarica».

 

Un’Italia a due velocità nel riciclo del vetro

Vi sono grosse differenze fra i tassi di raccolta del Nord e Sud Italia. Nel Mezzogiorno vengono differenziate 358.719 tonnellate contro 1.038.734. La Lombardia, da sola, raccoglie più di tutto il meridione (399.343 tonnellate).

Anche i dati sul riciclo spaccano il Paese: secondo i dati 2014, il riciclo pro capite degli imballaggi è stato di 26,6 chili per abitante, ma dividendo lo Stivale in macroaree geografiche, il rapporto evidenzia che al Nord si riciclano 34,9 Kg/ab, al Centro 24,6 Kg/ab e al Sud solo 16,6. Il tasso di riciclo tocca punte del 73% a settentrione, contro il 54,9% del meridione. Cifre che tengono l’Italia ancora a debita distanza dagli obiettivi del pacchetto Ue sull’economia circolare. Per centrare i target, il riciclo pro capite dovrà arrivare a 28,4 kg nel 2025 e 32,2Kg nel 2030. In pratica, in meno di 10 anni, il Sud dovrà aumentare del 20% contro il 2% del Nord.

 

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Non è tutto vetro quel che luccica

«Tra una raccolta differenziata al 77% e un tasso di riciclo al 70,3% – spiega Assovetro in una nota – c’è una differenza di circa il 7% di vetro che non prende la strada dell’economia circolare.  Questo scarto è dovuto a due fenomeni il peggioramento della qualità media della raccolta differenziata e la spinta selezione negli stabilimenti di trattamento di ceramica e cristallo. Per migliorare il ciclo sarà necessario quindi, puntando sull’informazione ai cittadini, evitare che cristallo e ceramica vengano conferiti insieme al vetro e che sia ridotta al minimo la frazione fine, quei piccolissimi pezzetti di vetro misti a ceramica e cristallo non selezionabili».

Servirà, in aggiunta, un miglioramento degli impianti per ridurre al minimo gli scarti, che sono aumentati di circa il 2% tra il 2011 e il 2014.

«Tra i miglioramenti impiantistici in atto – elenca Assovetro – ci sono sofisticati selettori ottici che rimuovono i frammenti di ceramica e sul fronte della ricerca, la Stazione sperimentale del vetro sta portando avanti un progetto di ricerca per il recupero di questi scarti».