Un rapporto pubblicato ieri dall'AEA evidenzia il ruolo virtuoso nel riciclo europeo di Austria, Germania e Belgio cercando di spronare chi invece è ancora lontano dagli obiettivi
I tassi di riciclo sono stati del 35% per quanto riguarda i rifiuti urbani, molto meglio rispetto al 23% registrato nel 2001, anche se rimane alto il numero dei paesi che probabilmente non riuscirà a soddisfare i target richiesti che puntano al riciclo del 50% dei rifiuti domestici entro il 2020.
Il rapporto dell’AEA ha analizzato la gestione dei rifiuti solidi urbani, che per la maggior parte sono composti dagli scarti domestici dei 27 Stati membri dell’Unione Europea e della Croazia, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia. Ad aver raggiunto gli obiettivi sono 5 paesi mentre gli altri per equipararli dovranno impegnarsi a fondo.
L’Austria ha la percentuale più alta di riciclo (63%), seguita da Germania (62%), Belgio (58%), Paesi Bassi (51%) e Svizzera (51%) ed oltre alla relazione generale l’Agenzia, per rendere più chiaro il quadro generale, ha pubblicato anche la relazione sui rifiuti di ogni singolo paese.
“In un periodo relativamente breve alcuni paesi hanno promosso con successo una cultura del riciclo, con infrastrutture, incentivi e campagne di sensibilizzazione. Altri continuano invece a restare indietro, sprecando enormi quantità di risorse. L`attuale elevata domanda di alcuni beni dovrebbe costituire per i paesi un segnale sulle evidenti opportunità economiche del riciclo” ha dichiarato Jacqueline McGlade, Direttore Esecutivo dell’AEA.