Picco della CO2 nel 2020 per arrivare allo zero nel 2100. Questa la posizione Ue sul clima. Ma la Polonia, paladina del carbone, ottiene una mezza vittoria
(Rinnovabili.it) – I ministri dell’Ambiente europei hanno formalizzato il mandato negoziale del blocco Ue per i negoziati sul clima delle Nazioni Unite alla COP 21 di Parigi. L’annuncio è arrivato poche ore fa al termine di una seduta di Consiglio attesa dagli osservatori internazionali. Sono state superate le resistenze della Polonia, Paese fortemente dipendente dal carbone che da sempre chiede rallentamenti nel processo di decarbonizzazione.
Il piano prevede che il negoziato parta da alcuni presupposti: la necessità di raggiungere un picco delle emissioni globali nel 2020, la riduzione del 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli 1990), del 50% entro il 2050 e infine l’approdo alle emissioni zero entro fine secolo. Sul tavolo, l’Europa metterà anche la revisione quinquennale degli obiettivi, in modo da garantire una analisi dei progressi e «una neutralità climatica globale e sostenibile».
In Polonia, fra un mese, si terranno le elezioni, fatto che ha complicato le trattative a causa della campagna politica della destra, che promette di opporsi alla legislazione ambientale europea e proteggere la sua industria. Durante il Consiglio, il Paese si è tuttavia trovato isolato, e ha ottenuto solo piccoli cambiamenti nella terminologia dell’impegno finale, che secondo i ministri non hanno grande impatto pratico. In realtà, sostituire la parola “decarbonizzazione” con “climate neutrality” apre la porta alle tecnologie per il sequestro del carbonio e ad altri sistemi per rallentare la transizione nei confini nazionali.
«Il mandato che il Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea ha dato alla presidenza lussemburghese in vista della conferenza Onu sul clima è chiaro, alto, ambizioso – ha scritto invece il Ministro Gian Luca Galletti – C’è inoltre un impegno particolare a sostenere i Paesi meno avvantaggiati che spesso sono quelli più colpiti dalle conseguenze del surriscaldamento globale». Galletti dichiara poi che il processo di riduzione delle emissioni dovrà essere «certificato da impegni precisi, vincolanti, da meccanismi di controllo, da un sistema di regole che dovremo adottare a Parigi».
Secondo il commissario europeo per il Clima e l’Energia, Miguel Arias Cañete, l’Europa non ha intenzione di firmare un patto globale che non sia sufficientemente ambizioso.
Gli ambientalisti, tuttavia, sono ampiamente insoddisfatti: ritengono la posizione europea troppo debole. Chiedono la rapida eliminazione dei combustibili fossili, in particolare del carbone. Un gruppo di organizzazioni non governative ha messo in scena un tiro alla fune tra combustibili fossili e fonti rinnovabili al di fuori del palazzo di Bruxelles. A vincere è stata la squadra verde.