(Rinnovabili.it) – Rubavano gasolio dagli oleodotti in provincia di Roma le 11 persone (9 romeni e 2 italiani) arrestate ieri dai carabinieri di Rieti. Ma secondo i militari dell’Arma sarebbero anche responsabili del disastro ambientale nel Maccarese dello scorso novembre. La zona nord del Comune di Fiumicino, in quei giorni, è stata sfigurata da fiumi di kerosene fuoriusciti da un oleodotto dell’Eni e sfociati nelle acque del fiume Arrone e del rio Palidoro.
La catastrofe origina, secondo gli inquirenti, proprio da un furto di gasolio ai danni di un oleodotto dell’Eni. Su tutti gli arrestati pende l’accusa di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di furti e ricettazione. A tre di loro viene contestato anche il reato di disastro colposo ambientale: sarebbero responsabili di 6 casi di furto che hanno sottratto decine di migliaia di litri di carburante dalla pipeline dell’Eni, e provocato il conseguente sversamento nei terreni e nei fiumi.
Una task force di 70 carabinieri ha condotto ieri 15 perquisizioni nell’ambito dell’operazione denominata “Oil Vampires”. I blitz hanno portato alla luce un quintale di cavi in rame, una fiamma ossidrica, 10 contenitori per stoccare il gasolio e diversi arnesi da scasso.
Le indagini sono state avviate nel giugno 2014, sulla scia del furto di 15 quintali di rame ai danni della Replas di Rieti. Il lavoro degli inquirenti ha permesso, nove mesi dopo, di individuare i responsabili e collegare quel maxifurto ad altri 14. Il prezzo del maltolto ammonta complessivamente a circa mezzo milione di euro.
Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, ha giubilato: «La notizia dell’arresto di una banda organizzata, una vera e propria organizzazione criminale dedita al furto di gasolio, è sicuramente importante. Sembrerebbe che questi individui si siano resi responsabili anche dei furti di cherosene e dei tentativi di prelievo dagli oleodotti Eni avvenuti nelle settimane scorse nelle nostre località con le conseguenze che tutti conosciamo».
Il disastro dei “vampiri del petrolio” nell’area tra Passoscuro e Maccarese non è un danno meramente economico. Ha provocato un’ecatombe di animali selvatici, che vivevano sul fiume Arrone, una zona che ospita diverse specie di pesci, uccelli e non solo. Testuggini, gallinelle d’acqua, germani reali, garzette, nutrie, oltre ad una trentina di uccelli acquatici come cormorani ed aironi sono stati trovati morti nelle perlustrazioni dei volontari a novembre.