Non si potranno più usare microplastiche nella fase di produzione
(Rinnovabili.it) – Addio microplastiche nei cosmetici: nel Regno Unito, pioniere europeo, è entrato in vigore oggi il divieto di utilizzo delle minuscole e inquinanti particelle di plastica nella fase di produzione dei cosmetici e dei prodotti per la cura personale. A luglio seguirà un divieto di vendita.
Oggi negli scrub esfolianti, nelle creme e nei dentifrici abbondano piccole sfere di plastica utilizzate dall’industria. Ma questi microscopici rifiuti finiscono a tonnellate nelle acque del pianeta, inquinando gli oceani e uccidendo la fauna selvatica. Non ultimo, entrano nella catena alimentare umana, con possibili effetti sulla salute dei consumatori.
Il governo del Regno Unito aveva promesso già nel settembre 2016 l’arrivo di un divieto di produzione. Oggi il provvedimento è divenuto realtà, sull’onda di un consenso crescente da parte del pubblico, preoccupato dall’eco riscontrata dalle ultime ricerche. Alcune sostengono che siano 5 mila miliardi i frammenti di plastica che galleggiano nei mari del mondo, altre evidenziano la pervasività di questi rifiuti, giunti sulle spiagge più incontaminate e remote del pianeta. Perfino nella profondissima Fossa delle Marianne gli organismi acquatici hanno ingerito pezzi di plastica.
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«Gli oceani del mondo sono alcuni dei nostri beni naturali più preziosi e sono determinato a intervenire ora per contrastare la devastazione della nostra preziosa vita marina – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Thérèse Coffey – Oggi abbiamo raggiunto questo importante traguardo, esploreremo la possibilità di estendere il nostro divieto a tutto il mondo per poi affrontare gli altri rifiuti di plastica».
La pressione verrà spostata adesso sui produttori di imballaggi usa e getta, in particolare sulle bottiglie di plastica: ne vengono acquistate un milione al minuto in tutto il mondo, che diventano un terzo dei rifiuti plastici ritrovati nei mari. Greenpeace UK ha già fatto sentire la sua voce attaccando due volte la Coca Cola: l’organizzazione ha puntato il dito contro la multinazionale, che vende circa 100 miliardi di bottiglie l’anno.
Intanto è allo studio una tassa sulle celebri tazze usa e getta fornite da catene ed esercizi commerciali come Starbucks, famosi per offrire il caffè da asporto a milioni di inglesi e non solo. Un simile balzello sui sacchetti di plastica, varato nel 2015, ha portato la produzione a calare di 9 miliardi di unità.