Dopo Berlino, anche Londra colta in fallo sui temi del clima
(Rinnovabili.it) – Una dopo l’altra, le promesse sul clima dei grandi stati europei rischiano di sbattere contro il muro della realtà. Dopo il clamoroso flop della Germania, costretta ad ammettere che mancherà gli obiettivi 2020 sul taglio delle emissioni, l’allarme arriva dal Regno Unito, dove la Commissione per i cambiamenti climatici (CCC) che informa il governo ha avvisato che il paese rischia di non raggiungere i target legalmente vincolanti senza un’azione politica urgente.
Il gruppo di consulenti non ha avuto pietà nel valutare l’impatto di alcune proposte che pure hanno fatto giubilare il mondo ambientalista: il divieto di vendere nuove auto a benzina o diesel entro il 2040 è considerato una «vaga ambizione», che deve essere trasformata in piani solidi e concreti, che prevedano anche il 100% di auto elettriche nel 2035. Anche l’ipotesi di portare tutte le abitazioni ad un buon livello di efficienza energetica entro il 2035 resta una promessa senza fondamenta. Come ha intenzione di agire il governo? Quali coperture utilizzerà? Quali tempistiche prevede l’implementazione de suo piano? Tutte domande senza risposta. E anche se tutto andasse per il verso giusto, urgono nuove proposte politiche, come ad esempio un piano di riforestazione consistente per aumentare l’assorbimento della CO2 dall’aria.
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La CCC ha anche sottolineato che restano significativi rischi per la conclusione di grossi progetti in via di realizzazione, come la nuova centrale nucleare di Hinkley Point. Costato miliardi di dollari, l’impianto è in forte ritardo e viene visto come uno spreco di denaro. Tuttavia, non è mancata qualche parola di incoraggiamento: la Commissione ha infatti elogiato il governo di Theresa May per aver messo la crescita verde al centro della strategia economica nazionale.
Lord Deben, presidente della CCC ha subito però riportato tutti alla dura realtà: l’analisi pubblicata oggi prende in esame il miglior scenario possibile, quello in cui tutte le promesse sui tagli della CO2 verranno implementate. «Abbiamo dato tutti i benefici del dubbio – ha detto – Ma anche se faranno tutte le cose che dicono, resterà un buco da colmare».
Deben ha anche raccomandato dopo il 2030 la creazione di impianti di cattura e stoccaggio del carbonio, individuando il Mare del Nord come luogo ideale per iniettarvi la CO2 raccolta dagli impianti inquinanti. Ma ha criticato le compagnie energetiche per non aver investito su questo fronte. Ad oggi la tecnologia non è ancora matura e i rischi non sono stati fugati, mentre i costi sono talmente alti che alle aziende conviene pensare a convertire la produzione.