Rinnovabili

Il Regno Unito apre al fracking i parchi nazionali

Il Regno Unito apre al fracking i parchi nazionali

 

(Rinnovabili.it) – Il Regno Unito dà il via libera al fracking nei parchi nazionali e nelle aree protette. Basta che i pozzi vengano scavati appena fuori dai loro confini.

La battaglia in Parlamento è stata accesa e il governo è anche andato sotto su alcuni emendamenti cautelativi dei laburisti. Ma poi l’emendamento finale, che faceva saltare molte delle conquiste dell’opposizione nelle settimane precedenti, è stato approvato.

La deputata del Green Party, Caroline Lucas, ha accusato i ministri di «fare il lavoro sporco per conto delle compagnie di fracking». Sono le aziende di estrazione dello shale gas infatti, i veri vincitori della partita.

 

Gli emendamenti dei Labour avevano escluso la fratturazione idraulica dai parchi nazionali – le cosiddette aree di straordinaria bellezza naturale (AONBs) – e anche dai siti di particolare interesse scientifico e dalle zone di protezione delle acque sotterranee (ZPS). Secondo una analisi del Guardian, questa misura avrebbe impedito alle trivelle di sfruttare il 40% dell’area offerta dal governo alle compagnie estrattive. La torta era troppo grossa perché bastasse un emendamento della minoranza a far saltare il banco.

Il ministro dell’Ambiente, Ambra Rudd, ha rifiutato di definire il significato di “aree protette”, in questo modo lasciando potenzialmente la maggior parte delle acque sotterranee senza protezione alcuna.

 

Il Regno Unito apre al fracking i parchi nazionali-

 

Il ministro ombra dell’energia, il laburista Tom Greatrex, ha detto che il via libera al fracking nelle aree protette potrebbe vederle presto «circondate da operatori del gas. È di vitale importanza, per le acque sotterranee e le fonti di acqua potabile, che queste zone siano adeguatamente protette».

Non è finita: con il suo voto, il Parlamento ha anche deciso che i cittadini non saranno informati individualmente nel caso di fughe di gas diversi dal metano nelle loro zone.

Simon Clydesdale, responsabile energia di Greenpeace Uk, ha commentato: «Il governo ha fatto marcia indietro per indebolire le norme sul fracking, comprese quelle che dovrebbero proteggere i nostri approvvigionamenti di acqua potabile. Questo dimostra semplicemente che abbiamo bisogno di una moratoria. Le norme approvate sono così piene di scappatoie che non possono essere valide per proteggere la nostra acqua, la campagna o il clima».

Exit mobile version