(Rinnovabili.it) – La raccolta porta a porta dell’olio da cucina esausto ha dato buoni risultati. Lo hanno confermato i responsabili del progetto Recoil, che dichiarano di aver prelevato duemila litri di olio in due comuni pilota.
Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Life+, Recoil, che ha preso il via nel 2011 e andrà avanti anche nel 2015, punta alla realizzazione di una filiera per il recupero dell’olio vegetale usato in cucina (come oli di frittura e di cottura, oli usati per i condimenti, ecc.).
Attraverso la realizzazione e l’impiego di un software appositamente studiato è stato possibile tracciare la raccolta domiciliare nei comuni pilota Castell’Azzara, in provincia di Grosseto, e in quello di Ariano Irpino, in provincia di Avellino con i seguenti risultati: “i cittadini di Castell’Azzara hanno raccolto 816 litri di olio vegetale esausto, con una media mensile di 68 litri. Considerando che i cittadini coinvolti erano circa 1.500, la media pro-capite di olio esausto vegetale è stata di 0,5 kg. Nello stesso periodo, gli abitanti di Ariano Irpino hanno raccolto 1.212 litri di olio vegetale esausto, con una media mensile di 101 litri. Qui i cittadini coinvolti sono stati circa 5000 e la media di olio raccolto si è attestata su circa 0,2 kg pro capite”.
L’olio esausto rappresenta una minaccia ambientale. Se non smaltito correttamente rappresenta un pericolo soprattutto se gettato negli scarichi fognari, nei corsi d’acqua e in mare dove galleggiando sulla superficie dell’acqua impedisce il normale scambio di ossigeno con l’esterno.
“Recoil è un progetto innovativo – ha dichiarato Serena Drigo di AzzeroCO2, responsabile del progetto – poiché ha l’obiettivo di individuare soluzioni avanzate per affrontare il problema della dispersione degli oli vegetali esausti nell’ambiente e per garantirne il riutilizzo a scopi energetici. Un obiettivo questo che stiamo raggiungendo grazie alle competenze specifiche dei partner. Adesso il progetto punta a capitalizzare l’esperienza acquisita e diffondere questa buona pratica che ha riscosso grande attenzione da parte dei cittadini e delle amministrazioni”.
Basta infatti un solo litro di olio vegetale sversato nella falda acquifera per rendere non potabile 1 milione di litri d’acqua, hanno fatto sapere i responsabili del progetto ricordando che la trasformazione dell’olio vegetale in combustibile evita l’emissione in atmosfera di 2.014 kg di CO2 equivalente , pari a quanto viene emesso in un viaggio in aereo da Roma a Shangai andata e ritorno. “Grazie a questo progetto – ha dichiarato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – si contribuisce a ridurre gli sversamenti degli oli nelle fognature e, al tempo stesso, si recupera una risorsa utile alla produzione di energia rinnovabile. Perciò è fondamentale procedere con un’attività di informazione e sensibilizzazione che coinvolga direttamente i cittadini e le pubbliche amministrazioni nella gestione sostenibile dei rifiuti e, per questo, vogliamo continuare a promuovere ulteriori azioni rivolte ai cittadini affinché si diffonda la pratica della raccolta porta a porta dell’olio vegetale usato. Il nostro auspicio – ha concluso Ciafani – è che questa attività possa continuare anche dopo la chiusura del progetto prevista nel 2015 e, a questo scopo, il team di progetto, composto da AzzeroC02, Kyoto Club, Legambiente, Cid Software Studio e CONOE, sta lavorando a un vademecum e alle raccomandazioni per quelle amministrazioni che vorranno sperimentare il sistema di raccolta domiciliare porta a porta dell’olio vegetale esausto sperimentato con il Life Recoil.”