(Rinnovabili.it) – I più gravi reati ambientali potrebbero a breve essere classificati come crimini contro l’umanità sia a livello globale – ampliando le competenze della Corte Penale Internazionale dell’Aja – sia in ambito europeo, istituendo un organo ad hoc – il Tribunale Penale Europeo dell’Ambiente – col compito di applicare le pene in modo omogeneo su tutto il territorio dell’Unione.
A promuovere tali obiettivi due organizzazioni che da anni si occupano della difesa degli ecosistemi attraverso pubblicazioni scientifiche, attività di ricerca, conferenze e programmi ambientali: l’International Academy of Environmental Sciences e la Fondazione Sejf (Supranational Environmental Justice Foundation) con sede a Venezia.
E proprio ieri a Bruxelles, come riportato da Ansa, si è tenuto un incontro tra Antonino Abrami, presidente della Fondazione Sejf e gli eurodeputati della rete di Globe International, un’organizzazione che offre sostegno economico e politico ai Parlamenti nazionali per sviluppare una legislazione a favore della tutela ambientale.
”La giornata di oggi – spiega Antonino Abrami, così come riportato da Adnkronos – è propedeutica verso una riforma che appare sempre più urgente. Per risolvere la ‘questione ambiente’ è necessario prima di tutto considerare l’aspetto della responsabilità di chi lo distrugge o di chi lo danneggia; serve uno scatto in avanti per garantire a livello europeo un sistema sanzionatorio uniforme e a livello mondiale un riconoscimento del disastro ambientale come crimine contro l’umanita”.
Prossima tappa della Fondazione sarà un convegno che si terrà a Venezia il 21 giugno e che vedrà riuniti istituzioni, legislatori, politici ed esperti del settore; i temi trattati riguarderanno alcune proposte di riforma, tra cui l’istituzione di un Codice dell’ambiente, il riconoscimento della responsabilità ambientale imprenditoriale e del principio fondamentale “chi inquina paga”.