Rinnovabili

Rapporto Yale, la top ten mondiale degli stati sostenibili

Rapporto Yale, la top ten mondiale degli stati sostenibili

 

(Rinnovabili.it) – L’altro ieri è stato rilasciato il rapporto della Yale University che stila la classifica mondiale degli stati sostenibili e delinea il quadro generale del rispetto dell’ambiente e delle persone a livello globale. Il rapporto vuole diventare uno strumento per i politici affinché comprendano quali sono i punti deboli e le scelte da fare per migliorare la situazione ambientale e sociale del proprio stato.

Dai dati dell‘Enviromental Performance Index è evidente la vittoria del nord europa. Lo stato più attento all’ambiente e dove la qualità della vita è più alta è la Finlandia, seguita da Islanda, Svezia, Danimarca, Slovenia, Spagna, Portogallo, Estonia, Malta e Francia. L’Italia, con il punteggio 84,48 si classifica al ventinovesimo dopo Stati uniti (26), Repubblica Ceca (27) ed Ungheria (28). Il Bel Paese negli ultimi dieci anni ha perso 8,43 punti percentuali, dimostrando che le politiche per la tutela ambientale si stanno rivelando ancora troppo deboli. Tra le 180 nazioni analizzate le peggiori si sono rivelate l’Afghanistan (176), la Nigeria (177), il Madagascar (178), l’Eritrea (179) e la Somalia, ultima in classifica con soli 27,66 punti.

Gli indici presi in considerazione per stilare la classifica degli stati sostenibili

Per stilare la classifica i ricercatori della Yale hanno preso in considerazione il livello di salute degli occupanti di ogni stato, la qualità dell’aria, i progressi nella distribuzione di acqua potabile, l’utilizzo delle risorse idriche, l’impatto sull’ambiente dell‘attività agricola, la salute delle foreste, le tecniche di pesca permesse, la tutela della biodiversità e degli habitat e la correlazione tra cambiamento climaticometodologie di produzione di energia .

 

Dal 2000 ad oggi dei miglioramenti ci sono stati, ad esempio il numero delle persone che non hanno accesso all’acqua potabile è stato dimezzato, la tutela della biodiversità aumenta – anche se il gap tra la protezione delle specie terrestri e quelle marine è ancora troppo grande – mentre diminuisce l’esposizione al particolato. I dati allarmanti invece riguardano la crescita costante delle morti causate dall’inquinamento ed il sovra sfruttamento delle riserve ittiche.

Exit mobile version