ISPRA e Minambiente hanno presentato stamane a Roma i risultati del III Rapporto Direttiva Habitat, evidenziando che il 50% delle specie sono a rischio estinzione
Una perdita e un disagio che hanno una comune origine riconducibile all’azione antropica e alle modifiche che ha apportato ai sistemi naturali intervenendo per soddisfare i propri bisogni.
Ma ci sono anche notizie positive che mettono in risalto come le condizione dell’altra metà del patrimonio naturalistico sia stabile o addirittura in miglioramento aprendo così una prospettiva di speranza per il futuro.
A preoccupare l’Europa è soprattutto l’esclusività di alcune specie viventi che non trovano in altri paesi le condizioni per vivere e che se si dovessero estinguere in Italia andrebbero quindi a sparire per sempre.
Insieme all’orso bruno marsicano, di cui rimangono solo una cinquantina di esemplari, sono minacciate dall’estinzione alcune specie di pipistrelli, anfibi e le tartarughe palustri anche a dimostrare le difficoltà maggiori sono i pesci di fiume e di lago. Tra le specie vegetali a soffrire di più sono quelle tipiche della Sardegna come anche le piante tipiche delle zone umide.
Tra gli habitat a preoccupare sono invece torbiere e dune, danneggiate profonde dall’attività turistica e dall’urbanizzazione incontrollata.