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Rapporto Asvis 2018: l’Italia è in ritardo sullo sviluppo sostenibile

Peggiorano povertà, disuguaglianze, occupazione e qualità dell’ambiente. Giovannini: “Manca una visione coordinata delle politiche per costruire un futuro dell’Italia equo e sostenibile”

Rapporto Asvis 2018

 

 

Rapporto ASviS 2018, l’Italia sta perdendo la sfida dello sviluppo sostenibile?

(Rinnovabili.it) – C’era anche l’Italia fra i Paesi che, a settembre 2015, adottarono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG -Sustainable Development Goals) con la sottoscrizione dell’Agenda 2030 dell’ONU. Evoluzione degli ex otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio, gli SDG rappresentano un serio impegno nei confronti dell’umanità: quello di riuscire a garantire un futuro migliore e più sostenibile per tutti, sradicando la povertà e promuovendo prosperità e benessere, nel pieno rispetto dell’ambiente. Ma a tre anni di distanza dall’adozione dell’Agenda 2030, i risultati di queste promesse tardano ad arrivare (leggi anche Obiettivi di sviluppo sostenibile: sull’energia un ritardo imbarazzante). Un ritardo da cui neppure l’Italia riesce a prendere le distanze, come mostra il rapporto ASviS 2018.

 

Il documento, presentato stamane alla Camera dei Deputati dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), illustra il percorso nazionale verso i 17 obiettivi e quanti progressi sono stati finora compiuti. Il quadro che emerge è quello di un paese che sta perdendo la sfida dello sviluppo sostenibile. Secondo i dati del Rapporto ASviS 2018, il Bel paese ha perso terreno su 5 target tra il 2010 e il 2016: povertà (Goal 1), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11) ed ecosistema terrestre (Goal 15). Invariata, invece, la situazione per acqua e strutture igienico-sanitarie (Goal 6), sistema energetico (Goal 7), condizione dei mari (Goal 14) e qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide (Goal 16).

A migliorare sono gli sforzi profusi negli SDG di alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), innovazione (Goal 9), modelli sostenibili di produzione e di consumo (Goal 12), lotta al cambiamento climatico (Goal 13), cooperazione internazionale (Goal 17). Tuttavia, spiegano gli autori del Rapporto ASviS 2018, senza nuove azioni concrete e coordinate, anche in queste aree sarà impossibile rispettare gli impegni presi.

 

Cosa stiamo sbagliando? A rispondere è Enrico Giovannini, portavoce dell’AlleanzaCiò che manca è una visione coordinata delle politiche per costruire un futuro dell’Italia equo e sostenibile. Il confronto tra le forze politiche nelle ultime elezioni non si è svolto intorno a programmi chiari e con un orientamento in tal senso. L’imminente Legge di Bilancio deve cogliere le enormi opportunità, anche economiche, offerte dalla transizione allo sviluppo sostenibile. Il fattore tempo è cruciale”. Non solo “L’ASviS chiede al Presidente del Consiglio di attivare subito la Commissione nazionale per l’attuazione della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, di trasformare il CIPE in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile e di avviare il dibattito parlamentare sulla proposta di legge per introdurre il principio dello sviluppo sostenibile in Costituzione, al fine di garantire un futuro a questa e alle prossime generazioni”.