Crescono i roghi europei, continuando a rappresentare un grave rischio per ambiente e clima: lo scorso anno hanno distrutto quasi 178.000 ettari di foreste e terreni
L’Italia è prima in Europa per numero di incendi boschivi. Le situazioni più gravi si registrano però in Portogallo e Svezia
(Rinnovabili.it) – La Commissione europea ha pubblicato l’edizione 2018 del Rapporto annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa (qui pdf in inglese). Elaborato dal Centro comune di ricerca, il servizio scientifico della Commissione europea, il rapporto fornisce un’analisi dettagliata dei roghi nel 2018, con focus nazionali per ogni singolo Paese. I dati provengono dal sistema informativo europeo sugli incendi boschivi di Copernicus raccolti nei 33 Paesi membri.
Secondo il rapporto, nella sola Ue, lo scorso anno le fiamme hanno distrutto quasi 178.000 ettari di foreste e terreni, cioè meno di un sesto dell’area bruciata nel 2017. Tuttavia, evidenzia il rapporto, ad essere colpiti è stato un numero maggiore di Paesi. Il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi, in particolare, ha mappato la quantità di ettari bruciati ed il numero di incendi registrati in ogni nazione.
Prima in classifica per numero episodi è l’Italia con un totale di 147 incendi registri nel 2018 e responsabili di 14.649 ettari distrutti. Seguono Spagna (104 incendi, 12.793 ettari bruciati), Portogallo (86 incendi e 37.357 ettari, il dato superficiale più esteso), Regno Unito (79 incendi, 18.032 ettari) e Svezia (74 incendi, 21.605 ettari). I dati più allarmanti – evidenzia il Rapporto – arrivano proprio dalla Svezia che, con un’area complessiva distrutta pari ad oltre 21.605 ettari, ha vissuto la peggiore stagione in fatto di incendi: nella “classifica” è infatti seconda, dietro al Portogallo. Il Rapporto evidenzia anche che nel 2018 il meccanismo di protezione civile dell’UE è stato attivato cinque volte in Svezia, Grecia, Lettonia e Portogallo, per un totale di 15 aerei, 6 elicotteri e oltre 400 vigili del fuoco mobilitati.
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Nel marzo 2019, l’UE ha aggiornato il meccanismo di protezione civile lanciando il programma “rescEU” per migliorare la tutela dei cittadini e la gestione dei rischi emergenti, organizzando una flotta di aeromobili antincendio già dispiegati nell’estate di quest’anno per domare gli incendi boschivi in Grecia e in Libano. Inoltre, a luglio, la Commissione europea ha chiesto di intensificare l’azione dell’UE in materia di deforestazione e degrado delle foreste, impegnandosi in ulteriori azioni, tra cui lo sviluppo del sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi, strumento utile al monitoraggio degli incendi su scala globale.
“Le foreste rivestono un ruolo fondamentale per affrontare l’emergenza clima ed ecologica”, ha dichiarato Karmenu Vella, Commissario per l’ambiente. “Sono i nostri polmoni, un sistema vitale che ospita l’80% della biodiversità della Terra. Ma oggi, come mai prima, sono gravemente minacciati: 800 campi di calcio nelle foreste si perdono ogni ora e incendi devastanti infuriano in tutto il mondo. Come abbiamo dimostrato con la nostra recente azione sulla deforestazione, l’UE è pronta a lavorare con i paesi partner per proteggere le foreste nell’UE e di tutto il mondo investendo nella prevenzione degli incendi boschivi”. “Il cambiamento delle condizioni meteorologiche associato ai cambiamenti climatici – ha aggiunto Tibor Navracsics, commissario per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, responsabile del Centro comune di ricerca – aumenta il rischio di incendi boschivi a livello globale. Dobbiamo rispondere e intensificare i nostri sforzi per rendere le nostre foreste più resistenti a un clima più caldo e più secco. Le prove fornite dal Centro comune di ricerca ci consentono di concentrarci sui modi più efficaci per prevenire gli incendi ed aiutarci a proteggere le nostre foreste, fondamentali per preservare la biodiversità e la qualità della vita dei cittadini”.