La Illycaffé e il Ministero dell’Ambiente hanno firmato un accordo basato sull’analisi e la riduzione dell’impatto climatico del settore caffè
L’impronta ecologica del “chicco nero” non sarà più la stessa dopo la firma di un accordo volontario tra la Illycaffé e il Ministero dell’Ambiente basato sull’analisi, la riduzione e la neutralizzazione dell’impatto climatico del settore caffè. In particolare, tra gli obiettivi del programma – in sintonia con le finalità del pacchetto clima-energia fissate dall’UE per il 2020 – verrà messa a punto una specifica metodologia di calcolo della Carbon Foot Printing legata ai vari processi produttivi della Illycaffè, che comprenderà anche la definizione di un sistema di gestione della CO2 per il settore caffè, la valutazione delle emissioni prodotte durante la lavorazione del chicco e l’individuazione di possibili azioni per la loro neutralizzazione.
Secondo il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini “l’adesione della Illy, una bandiera italiana, al progetto carbon footprint rappresenta un ulteriore segnale dell’attenzione che il sistema Italia, attraverso i protagonisti del mondo dell’impresa, sta assegnando alla sostenibilità dei processi produttivi.” “Valutare il “peso” ambientale delle attività economiche – continua Clini – rappresenta anche un potente strumento di competitività a livello nazionale ed internazionale in un momento in cui il mercato e il pubblico premiano chi sceglie la sostenibilità come essenziale driver delle proprie produzioni.”
L’iniziativa – che verrà presentata il 18 giugno a Rio de Janeiro, in occasione del RIO +20 – rientra nel programma del Ministero dell’Ambiente che sperimenta e ottimizza su vasta scala le differenti metodologie di misurazione degli impatti ambientali dei prodotti e servizi.
(Matteo Ludovisi)