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Scegliere il giusto punto di partenza può ridurre il carbon budget

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L’impatto umano è precedente il 1800 e può influenzare il carbon budget

(Rinnovabili.it) – Troppo spesso i piani per la riduzione delle emissioni fanno riferimento ad un generico periodo preindustriale, considerato come linea di base per effettuare comparazioni con i gas serra dispersi attualmente. Ma in effetti questo periodo non è stato individuato puntualmente nell’accordo sul clima di Parigi. Per questo, secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change, il nostro “carbon budget” – cioè la quantità di CO2 che possiamo emettere prima di raggiungere il punto di non ritorno – potrebbe essere drammaticamente inferiore al previsto. Tutto dipende dal punto di riferimento che si adotta.

 

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Le nostre misurazioni della temperatura media della superficie terrestre sono iniziate nel tardo ‘800, ma la Rivoluzione Industriale ha avuto avvio già nella seconda metà del ‘700. Perciò, sappiamo che a partire dalla fine del 1800 gli esseri umani hanno causato la crescita delle temperature globali di circa 1 °C, ma non sappiamo molto di quanto abbiamo contribuito al fenomeno nei secoli precedenti. La ricerca ha utilizzato i modelli climatici facendo simulazioni tra 1401 e il 1800, periodo di cui conosciamo l’influenza di eventi naturali come l’attività solare e vulcanica, ma non sappiamo quale contributo possa aver dato l’uomo. Gli esperti internazionali, coordinati dall’Università di Edimburgo dimostrano che a seconda dello starting point, le temperature globali in quel periodo erano da 0 a 0,2 °C più fredde di quelle registrate nel tardo ‘800.

Cosa significa? Secondo l’ultimo rapporto IPCC, per avere una probabilità del 50% di rimanere al di sotto della soglia di riscaldamento globale pari a 2 °C, non possiamo eccedere un carbon budget di circa 300 miliardi di tonnellate di CO2. Se cambiamo il punto di riferimento, spostandolo dal 1800 alla metà del ‘700, dobbiamo aggiungere un ulteriore 0,1 C di riscaldamento medio pre-industriale. Così, il bilancio si riduce di 60 miliardi di tonnellate (-20%) e nel caso peggiore di un riscaldamento di 0,2 °C, il budget scenderebbe del 40%. Per questo, suggerisce lo studio, è importante approfondire le ricerche per sapere se il nostro carbon budget va fissato a 300 miliardi di tonnellate di CO2 o se invece ce ne restano solo 200.

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