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“Puliamo il mondo” non è un’impresa per pochi

Dal nord al Sud del Paese oltre 600mila volontari in 1.700 comuni hanno ripulito 4.000 località dai rifiuti abbandonati

Foto di parcoaspromonte.gov.it
Foto di parcoaspromonte.gov.it

 

 

(Rinnovabili.it) – Passano le edizioni e anno dopo anno Puliamo il mondo, l’iniziativa di volontariato ambientale lanciata da Legambiente, conquista un numero sempre maggiore di adesioni. La 23esima edizione della gigantesca mobilitazione ha coinvolto questo fine settimana 600mila persone che in ben 1700 comuni si sono muniti di quanti e ramazza per restituire alla propria città la sua originaria bellezza. In questa tre giorni, l’impegno profuso dai volontaria dell’ambiente – di cui circa 300mila studenti  –  ha permesso di ripulire strade, piazze, parchi e litorali da ogni genere di rifiuti abbandonati e rottami, restituendo agli spazi urbani e alle aree verdi ordine, decoro e bellezza. “Puliamo il Mondo – ha dichiarato Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – non è solo un momento di aggregazione sociale, ma è soprattutto un modo per fare qualcosa di concreto per l’ambiente, per noi, per i nostri territori e le future generazioni”.

 

Ancora una volta Puliamo il Mondo con il suo appello alla socialità, all’attivismo, al senso civico e alla collaborazione, ha centrato nel segno, unendo tutta la Penisola: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia passando per Schio, Ferrara e Roviano (RM), dove è stata riqualificata una parte del tracciato della vecchia ferrovia Mandela-Subiaco, fino al litorale romano per ripulire le dune di Capocotta e il borghetto dei pescatori a Ostia. per giungere a Cosenza dove i volontari e gli studenti del complesso di via Negroni e dell’istituto alberghiero hanno ripulito parte del centro storico all’altezza di Villa Vecchia con la collaborazione del comune e dello sportello star-up.

Ma riccorda la Muroni “in questi anni nonostante tra le persone sia cresciuta l’attenzione e la sensibilità sui temi ambientali e siano aumentate le esperienze virtuose in termini di green economy, in molte città si producono ancora troppi rifiuti, il degrado è all’ordine del giorno, senza contare i problemi legati ad esempio alla mobilità”.