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Pubblicato il testo base dell’accordo sui cambiamenti climatici

Pubblicato il testo base dell'accordo sui cambiamenti climatici

 

(Rinnovabili.it) – Il testo base dell’accordo da sottoscrivere alla COP 21 è stato reso noto ieri ai governi membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

La bozza completa non contiene solo la base per i negoziati che avranno luogo a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. Oltre al patto climatico globale, il pacchetto reso pubblico ieri contiene due possibili piani di implementazione: uno che prende avvio a partire dal 2020 e un altro con azioni previste anche prima del 2020.

I funzionari dell’UNFCCC stanno lavorando duramente per far convergere le parti su un accordo e consentirne la firma in quel di Parigi. Ma hanno il loro bel da fare: restano molti punti di discordia. Ad esempio, quello sui finanziamenti per i Paesi più poveri, che dovrebbe servire ad aiutarli nel processo di adattamento. Oppure l’assunzione di responsabilità per le emissioni storiche di gas serra.

 

Nell’introduzione della bozza di accordo presentata ieri si riconosce espressamente un rapporto intrinseco tra il cambiamento climatico, eliminazione della povertà e sviluppo sostenibile. Si tiene conto anche delle vulnerabilità e delle esigenze specifiche delle parti, in particolare i paesi meno sviluppati.

Nel dettaglio, il testo si compone di 26 articoli in 10 pagine: i punti critici dove possono nascere frizioni tra i governi riguardano le tempistiche o la natura più o meno vincolante di eventuali impegni. Gli Stati Uniti premono per un accordo non vincolante, che ne depotenzierebbe di molto le ambizioni. Toccherebbe infatti fare affidamento sulla coerenza dei governi nella sua implementazione, cosa niente affatto scontata.

 

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Entro il 1 ottobre, termine (non vincolante) fissato dall’ONU per la consegna dei singoli impegni climatici dei Paesi coinvolti, 146 su 196 hanno depositato un piano di rientro. Rappresentano quasi l’87% delle emissioni globali. Tutti i Paesi industrializzati hanno consegnato le loro proposte, insieme a 104 nazioni in via di sviluppo.

Tuttavia, secondo tre studi recentemente pubblicati da diversi istituti di ricerca internazionali, la somma di tutti gli impegni non sarebbe in grado di ridurre le emissioni globali in misura tale da impedire un aumento delle temperature inferiore ai 2 °C entro fine secolo. questo limite, fissato dall’IPCC come tetto massimo da non eccedere pena il rischio di effetti catastrofici del cambiamento climatico, verrebbe ampiamente superato. Le ricerche prevedono una crescita della colonnina di mercurio tra i 2,7 e i 3,5 °C.

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