Il premier Conte presenta la nuova “terapia del territorio”: semplificazione normativa e quasi 11 miliardi di euro a disposizione di enti locali e Regioni per il triennio 2019-2021
Il Piano Proteggitalia punta su 4 pilastri: emergenza, prevenzione, manutenzione e semplificazione
(Rinnovabili.it) – Il più grande piano nazionale che sia mai stato concepito contro il dissesto idrogeologico. Così il premier Conte ha presentato Proteggitalia, il nuovo fronte d’azione governativa in tema di sicurezza del territorio. “Un’ora fa – spiega il primo ministro dal tavolo della conferenza stampa – ho firmato un decreto che attiva questo piano nazionale di mitigazione del rischio idrogeologico e del ripristino della tutela delle risorse ambientali”.
L’iniziativa rappresenta l’ultima risposta del governo italiano alle storiche fragilità del territorio, che vedono, ancora oggi, ben 7 milioni di persone vivere in aree ritenute ad alto rischio.
Quattro i pilastri dell’iniziativa: emergenza, prevenzione, manutenzione, semplificazione e rafforzamento della Governance. Su queste chiavi, Roma cercherà di applicare la sua “terapia del territorio” , così come definita da Conte. Per ottenere ciò il piano Proteggitalia è accompagnato dallo stanziamento di quasi 11 miliardi di dollari, a copertura degli interventi locali e regionali previsti per il triennio 2019-2021.
Nel dettaglio 3,1 miliardi andranno alle 16 Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano colpite dal maltempo nei mesi di ottobre e novembre 2018 e per le quali è stato decretato lo stato di emergenza; 6 miliardi 599 milioni di euro costituiranno invece i fondi per la prevenzione, ossia per interventi strutturali, su impulso dei Presidenti di Regione in qualità di commissari straordinari per il dissesto. “Daremo un acconto garantito ai Commissari di governo – ha spiegato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – pari a non meno del 30% così da rendere più veloce e corposo il sistema dell’investimento”.
Spendere dunque, ma per risparmiare. Basti pensare che il dissesto idrogeologico costa allo Stato circa 2 miliardi e mezzo l’anno. “Investire nella tutela genera ricchezza diretta e indiretta”, ha aggiunto il premier sottolineando come non possa esserci oggi sviluppo economico senza cura dell’ambiente.
Il Piano presenta anche una serie di misure di semplificazione normativa che costituiscono l’ossatura del nuovo ddl Cantiere Ambiente, una vera e propria legge quadro che vede il Ministero dell’Ambiente al centro della progettazione e realizzazione delle opere. Si creerà un hub operativo in capo al dicastero che curerà e organizzerà gli investimenti per interventi di messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico, di difesa del suolo, per la tutela del territorio e delle acque. “Entro 60 giorni – ha affermato Costa – verranno definiti i cantieri da aprire attraverso conferenze di servizio con le autorità di bacino e i commissari”.
Nasce poi la figura del green manager: è colui che presso la pubblica amministrazione è il referente dell’implementazione ambientale così come i NOS, i nuclei di supporto operativo, figure tecniche che vengono attivate su richiesta delle regioni. Presso il Ministero viene creata una struttura tecnica operativa che, in coordinamento con la cabina di regia di Palazzo Chigi, assiste la fase progettuale e cammina al fianco dei Commissari.