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La proposta Ue sulle emissioni delle auto è stata svuotata

La proposta Ue sulle emissioni delle auto è stata svuotata

 

(Rinnovabili.it) – Non c’è scandalo Volkswagen che possa fermare l’industria dell’auto dall’imporre le proprie regole in Europa. È l’unica conclusione che si può trarre dopo il voto sulla riforma dei test delle emissioni da parte Comitato tecnico per i veicoli a motore, organismo semisegreto formato da tecnici provenienti dagli Stati membri. Il verdetto ha minato le basi di una prossima normativa che la Commissione europea è incaricata di redigere, e che dovrebbe accostare prove su strada ai test in laboratorio.

Come emerso con il dieselgate (anche se molti allarme erano già stati suonati in precedenza dalle ONG europee), questi ultimi non riflettono con precisione l’inquinamento dell’aria prodotto in condizioni di guida reale. Le scappatoie per le aziende non si fermano al “silenziatore” di emissioni utilizzato da Volkswagen per rientrare nei parametri: risiedono anche nell’architettura normativa che regola il settore. Una normativa piena di spifferi che la Commissione – dopo il voto di ieri – non coprirà tanto presto.

 

La proposta Ue sulle emissioni delle auto è stata svuotata 1Sulla scia della preoccupazione degli Stati membri, tenuti sotto pressione dalle case automobilistiche, il Commissario europeo per la politica industriale, Elzbieta Bienkowska, ha diluito la proposta di riforma. La nuova legge entrerà in vigore il 1 settembre del 2017. Fino ad allora, le auto potranno continuare a produrre emissioni su strada fino al 500% più alte rispetto alle condizioni di laboratorio. Da quella data fino al gennaio 2020, gli sarà concesso di eccedere i limiti di legge “solo” del 110% (160 mg/km di NOx, appena sotto il vecchio limite Euro 5). Non è finita: dopo il 2020, sarà possibile uno scarto permanente del 50% fra laboratorio e real driving emissions (120 mg/km). Il limite dichiarato per gli NOx di 80 mg/km, in sostanza, non sarà mai rispettato.

La proposta precedente, cui la Commissione europea ha rinunciato, prevedeva una tolleranza fino al 60% in più rispetto alla soglia e non oltre l’autunno 2019.

Senza esporsi in prima persona, gli Stati membri che hanno spinto per annacquare la proposta originaria (tra cui l’Italia) sono riusciti a costringere Bruxelles alla marcia indietro.

 

«Questa è una decisione scandalosa e cinica dei governi dell’Unione – ha detto Bas Eickhout, membro olandese del Parlamento europeo che milita tra le fila dei Verdi – Cercheremo con ogni mezzo legale di contestarla».

La politica, tuttavia, può ancora dire una parola in questa storia: Parlamento europeo e Consiglio hanno un voto a testa per dire sì o no a un compromesso al ribasso. A sperare in una risposta più coraggiosa da parte della politica è Greg Archer, uno degli esperti della ONG Transport&Environment: «I cittadini si chiederanno perché i loro governi preferiscano aiutare i costruttori di automobili che truccano i test delle emissioni piuttosto che consentire loro di respirare aria pulita. Questa decisione vergognosa e legalmente discutibile deve essere respinta dal Parlamento europeo».

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