Il ministro Costa presenta a Palazzo Madama il suo programma ambientale
(Rinnovabili.it) – Inizia con una citazione dal Laudato si’, nello stesso giorno dell’anniversario di pubblicazione dell’enciclica verde di Papa Francesco, l’intervento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa al Senato. Il generale dei carabinieri ha presentato ieri in Commissione ambiente il suo eco-programma: un nutrito pacchetto di propositi e proposte con cui affrontare quelle che sono state definite come le 6 principali sfide per l’Italia. Sfide da affrontare con maggiore ambizione, afferma Costa, perchè “pensare green, ragionare sulle questioni quotidiane in termini d’impatto e rilevanza ambientale significa essenzialmente due cose: proteggere i diritti e la dignità delle persone […] e offrire nuove opportunità di sviluppo sociale ed economico”. Il ministro individua come priorità numero uno l’impegno a rendere più ambiziosa la lotta ai cambiamenti climatici attraverso interventi che riducano fino ad annullare le emissioni inquinanti, soprattutto nel settore della mobilità.
Come? Attraverso un percorso che punti allo sviluppo del lavoro ecologico, all’attuazione di norme di sburocratizzazione ambientale, al coinvolgimento diretto della PA sull’adozione di buone pratiche e all’implementazione di misure per migliorare l’efficientamento energetico degli edifici. E soprattutto favorire la mobilità sostenibile con l’individuazione di incentivi per l’acquisto di veicoli ibridi e total electric, meccanismi premiali per i mezzi a bassissime emissioni, infrastrutture più adeguate e diffuse per la ricarica dei mezzi – “le risorse per farlo ci sono” spiega Cosata – e un nuovo programma di supporto rivolto agli enti locali con l’utilizzo dei fondi provenienti dalle aste di carbonio.
Le altre sfide ambientali nel programma ambientale:
– salvaguardare la natura, contrastare la perdita di biodiversità, valorizzare l’acqua come bene comune: tra le priorità vi è quella di promuovere un governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua, monitorando i privati coinvolti nella fornitura, nella gestione e nella distribuzione delle risorse idriche.
– impedire il consumo e lo spreco di suolo e prevenire il rischio idrogeologico: secondo il ministro è necessario riformare la legge sulle aree protette e il TU forestale per rafforzare l’aspetto della tutela rispetto a quello dello sfruttamento economico.
– assicurare la sicurezza del territorio attraverso la prevenzione e il contrasto dei danni ambientali e la lotta “alle tante terre dei fuochi presenti in Italia”. Un impegno che richiederà un rafforzamento dei controlli, un inasprimento delle sanzioni e un aumento delle piante organiche di carabinieri e guardia costiera. “E’ importante – ha affermato il Ministro – mettere quanto prima in campo strumenti adeguati, dalla confisca dei beni frutto di reati ambientali al Daspo per chi inquina, brucia o sversa illegalmente rifiuti”.
– governare la transizione verso l’economia circolare e l’obiettivo “rifiuti zero”, eliminando la plastica monouso, aumentando la raccolta differenziata, riducendo gli imballaggi – grazie anche alle leve fiscali – e superando la logica degli impianti di incenerimento.
– diminuire, fino ad azzerarle, le infrazioni inflitte dall’Unione Europea. Oggi sulla testa dell’Italia, chiarisce il Ministro, ne pendono 13 che diverranno a breve 14. Tra le soluzione è prevista l’istituzione di una task force coordinata dall’ufficio di gabinetto presso il Minambiente, con il contributo dell’ufficio legislativo e di un referente per ciascuna direzione generale del dicastero e, “dove opportuno, un rappresentante delle Regioni coinvolte dalla procedura di infrazione, per seguire ogni procedura e stabilire una road map con tempi certi per la sua soluzione anche attraverso l’esercizio del potere sostitutivo”.