(Rinnovabili.it) – Il progressivo aumento del livello dei mari, le ondate di calore, le inondazioni e la dilagante siccità rischiano di costringere milioni di persone ad abbandonare per sempre le proprie terre nel futuro a breve termine, dando vita ad una nuova e imponente generazione di profughi climatici. Questo l’avvertimento che giunge oggi dagli esperti dell’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) di Ginevra. Gli scienziati hanno elaborato nuove proiezioni che mostrerebbero come il problema della migrazione forzata causata dal global warming stia velocemente aumentando di portata. Oggi gli eventi meteorologici estremi e le catastrofi naturali stanno costringendo molte più persone ad abbandonare la propria casa, rispetto quanto stanno facendo le guerre. Si tratta, ricorda il Centro, di una questione politicamente sensibile, soprattutto in un momento come quello attuale in cui l’austerità economica e l’aumento del sentimento anti-immigranti (soprattutto in Europa) stanno mettendo non poca pressione sull’ospitalità delle nazioni.
“I disastri naturali spostano fino a 10 volte più persone di tutti i conflitti e le guerre, oggi esistenti al mondo, sommate insieme”, spiega Jan Egeland, capo del Consiglio norvegese per i rifugiati, che gestisce l’IDMC. “E man mano che la popolazione crescerà, sempre più persone saranno esposte a condizioni climatiche ancora più estreme”. Il problema delle migrazioni ambientali riguarda vari stati, quelli colpiti direttamente ma anche quelli che ospitano i migranti. Ecco perché gli esperti raccomandano che i Governi inseriscano la questione nella loro pianificazione nazionale. Dati dell’IDMC mostrano che 22 milioni di persone sono state sfollate da eventi climatici ed ambientali estremi nel 2013; prima causa fra tutte il tifone Haiyan nelle Filippine. Secondo la tesi più accreditata delle maggiori istituzioni internazionali entro il 2050 si raggiungeranno i 200/250 milioni di profughi climatici (uno ogni 45 abitanti nel mondo), con una media di 6 milioni di uomini e donne costretti ogni anni a lasciare i propri territori. Un numero che equivale al doppio degli abitanti di Roma.