(Rinnovabili.it) – A 83 anni si può ancora imbarcarsi in una disputa contro una multinazionale? Questo pensiero non è mai passato nella mente di Wendy Bowman, che ha deciso di proteggere la fattoria di famiglia e una piccola comunità del New South Wales (Australia) dalle mire di una grande compagnia impegnata nel business del carbone. Per aver organizzato la resistenza locale e aver evitato l’insediamento industriale, Wendy è stata tra i sei campioni ambientali premiati recentemente con il Premio Goldman 2017.
La regione del New South Wales ha una tradizione agricola, ma da anni ormai le aziende sono circondate da enormi miniere di carbone a cielo aperto. Mettendo la crescita economica sopra ogni altra cosa al momento di rilasciare le licenze minerarie, il governo non si cura particolarmente della salute degli abitanti. Circa due terzi della Hunter Valley, dove risiede Wendy Bowman, è stata ceduta alle compagnie minerarie, e ora produce 145 milioni di tonnellate l’anno di carbone. Una quota viene bruciata nelle centrali dei dintorni, ma la maggior parte è venduta sul mercato estero, contribuendo a cementare la posizione dell’Australia come primo paese esportatore di carbone al mondo.
Con l’arrivo delle miniere, molte persone hanno dovuto lasciare la valle. Non è facile convivere con il rumore costante delle immani escavatrici, attive tutto il giorno e tutta la notte, né con le polveri mefitiche che inevitabilmente si sollevano dalle voragini. Polveri che inquinano l’acqua e la terra, si depositano sui balconi, i vestiti e nei polmoni.
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Wendy è una degli ultimi abitanti di Rodesdale, un piccolo villaggio della Hunter Valley circondato su tre lati da miniere a cielo aperto. Da quando il marito è mancato, nel 1984, gestisce da sola la fattoria di famiglia. Già nell’88 è arrivata la prima batosta: l’inquinamento dell’acqua ad opera delle attività minerarie, ha distrutto in un solo anno tutte le sue colture. Così, dopo un lungo contenzioso, è riuscita a vendere la fattoria e a spostarsi. Ma nel 2005, un avviso di sfratto le dava sei settimane per andarsene nuovamente. Ha dovuto traslocare ancora, arrivando a Rodesdale. Nemmeno cinque anni dopo, era il 2010, la compagnia cinese Yancoal ha ottenuto il permesso per scavare una miniera sopra la sua proprietà. Nove persone su dieci, nella comunità, hanno venduto case e terreni per trasferirsi lontano dalla miniera. Ma Wendy ha tenuto duro. Grazie a una sentenza favorevole, ha ottenuto che gli scavi fossero subordinati alla sua decisione di cedere la terra alla Yancoal. È la prima volta che un tribunale australiano emette un simile verdetto, confermato poi dalla corte d’appello. Wendy ha rifiutato le offerte milionarie della compagnia cinese, e ha fermato la realizzazione del grande buco. Oggi si batte per la tutela dell’ambiente e immagina un futuro in cui tutta la Hunter Valley sarà alimentata da fonti rinnovabili.