Rinnovabili • premio goldman 2017 Rinnovabili • premio goldman 2017

Premio Goldman 2017, i vincitori: Rodrigo Tot

Il leader della comunità Q’eqchi ha costretto il governo a rispettare i diritti del suo popolo sulla terra natia. Per questo ha ricevuto il Premio Goldman 2017

premio goldman 2017

 

(Rinnovabili.it) – Una sentenza storica, una vittoria vitale. Così si può definire il pronunciamento di un tribunale che ha intimato allo stato del Guatemala di dare al popolo Q’eqchi la titolarità della terra di Agua Caliente, allontanando lo spettro di una gigantesca miniera di Nichel.

La comunità si è salvata grazie alla tenacia di Rodrigo Tot, leader indigeno che ha condotto la battaglia legale per salvare il lago Izabal e il suo villaggio dalla miniera Fènix. Per questa impresa ha da poco ricevuto il Premio Goldman 2017.

Chiusa nel 1980 dopo un crollo del prezzo del nichel sui mercati internazionali, la miniera aveva ottenuto un nuovo permesso per l’ampliamento delle attività nel 2006. Il progetto avrebbe portato allo sgombero del villaggio Q’eqchi. Ma Rodrigo, nato nel pieno boom minerario durante gli anni ’60, ha messo in campo ogni risorsa per fermare l’espansione del progetto. Pur non avendo mai ricevuto una educazione formale, il leader indigeno ha imparato lo spagnolo ascoltando le conversazioni delle persone. Questo gli ha permesso di comprendere meglio quel che stava accadendo, e di raccogliere le informazioni utili a chiedere al governo il rispetto dei diritti di proprietà della terra Q’eqchi. Lo attendeva una cocente delusione: molte pagine erano state strappate dal registro ufficiale dei terreni, un deliberato tentativo di negare al suo popolo i diritti territoriali.

 

>> Leggi anche: Premio Goldman 2017, chi sono i sei eroi dell’ambiente <<

 

A Rodrigo non è rimasta che una via: quella giudiziaria: ha trascinato il governo in tribunale grazie al supporto legale di una piccola organizzazione guatemalteca per i diritti umani e dell’Indian Law Resource Center, un team legale statunitense che aiuta le popolazioni indigene.

L’8 febbraio 2011, due anni dopo che la comunità di Agua Caliente aveva depositato la querela, la Corte Costituzionale ha emesso un verdetto storico. Il governo avrebbe dovuto riconoscere i diritti di proprietà collettiva dei Q’eqchi, sostituire le pagine mancanti dal Registro e rilasciare i titoli di proprietà alla comunità di Agua Caliente. La sentenza ha sorpreso gli attivisti ambientali di tutto il mondo, ben consapevoli della corruzione nel sistema giuridico del Guatemala e fino a quel momento scettici sull’esito della causa.

Ma Rodrigo ha pagato caro questo successo: due suoi figli sono stati vittima di un attentato, in cui uno è morto e l’altro ha riportato gravi lesioni. Il governo non ha ancora rispettato la sentenza, e sul territorio continua l’espansione della miniera. Ma i Q’eqchi non si arrendono e con una risposta non violenta sono riusciti ad allontanare già una volta le forze di sicurezza. Si attende il pronunciamento della Corte interamericana dei diritti umani.