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Identikit dei vincitori del Premio Goldman 2017: Mark Lopez

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(Rinnovabili.it) – Nell’Eastside di Los Angeles si coagula gran parte della classe lavoratrice metropolitana, i servizi sono scarsi, l’acqua e l’aria sono cariche di inquinamento, causato dall’industria e dal traffico veicolare. Si vive in povertà, lontani dagli occhi dei ceti più benestanti, in un quartiere che ospita la più grande comunità di operai latinoamericani dello stato della California. In questo contesto ha preso piede la battaglia di uno degli eroi dell’ambiente appena insigniti del Premio Goldman 2017. Mark Lopez ha guidato un gruppo di residenti nella protesta contro i veleni diffusi generosamente da una fabbrica di riciclo delle batterie al piombo esauste.

Quando la Exide, società dello stato della Georgia ha rilevato l’impianto nel 2000, questo funzionava dal 1922 senza grandi modifiche o miglioramenti. L’intenzione era rilanciare la la fonderia, che immediatamente ha ricominciato a produrre emissioni pericolose di piombo e arsenico. Un campione di polvere raccolto sui tetti degli edifici circostanti conteneva livelli di piombo pari a 52 mila parti per milione, quando già una concentrazione di 1.000 parti per milione è sufficiente per considerare il materiale un rifiuto pericoloso.

 

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Già da bambino Mark Lopez, nato da una famiglia di attivisti, aveva partecipato alle mobilitazioni contro l’inquinamento. Oggi, a 31 anni, ha vinto la sua battaglia. Per acquisire gli strumenti necessari a contrapporsi con successo all’impresa è andato via da Los Angeles, laureandosi in studi ambientali a Santa Cruz.

Intanto, nel 2015, dopo un’indagine del gran giurì federale, Exide ha accettato di chiudere lo stabilimento, ma ha evitato accuratamente di effettuare una bonifica oltre i suoi cancelli, lasciando al suo destino una comunità contaminata da polveri mortifere. Mark non si è dato per vinto: ha compreso che per avere giustizia avrebbe dovuto lottare. Bussando a tutte le porte dell’Eastside, il ragazzo e il suo comitato per la giustizia ambientale sono riusciti a sollevare l’intera comunità, che ha preteso la decontaminazione delle proprie abitazioni. Le autorità pubbliche, che fino a quel momento avevano agito pigramente, hanno dovuto accettare di impegnarsi nel campionare gli edifici entro un raggio di quasi tre chilometri dal sito industriale.

Nell’aprile 2016, il governatore della California Jerry Brown ha finalmente stanziato 176 milioni di dollari per test e bonifiche delle case colpite. Si tratta di una delle più grandi bonifiche ambientali nella storia dello stato. Ma i fondi coprono solo una parte dell’operazione: una tassa sul riciclo delle batterie appena introdotta, dovrebbe portare a raccogliere il denaro mancante e accumulare nuovi fondi, che possano aiutare altre comunità inquinate dalle industrie.

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