Ong locali accusano le autorità di non proteggere gli aborigeni: l'intera comunità degli Orang Rimba rischia di scomparire
(Rinnovabili.it) – La deforestazione e l’accaparramento delle terre in Indonesia non risparmiano le popolazioni di nativi. Sono 2000 gli aborigeni minacciati dai roghi e dagli interessi legati all’olio di palma nell’area centrale dell’isola di Sumatra. Vale a dire l’intera comunità degli Orang Rimba (“popolo della giungla” in lingua bahasa), 11 tribù stanziate su un territorio di 60mila ettari all’interno del parco nazionale di Bukit Duabelas. Adesso rischiano l’estinzione.
Ma il parco non li tiene al riparo dalla politica espansionista delle compagnie legate al commercio dell’olio di palma. La superficie dell’area protetta è diminuita del 30% negli ultimi 10 anni a causa degli incendi. L’autunno scorso il Paese aveva toccato con mano un altro “effetto collaterale” dei roghi cui sono esposti quotidianamente gli aborigeni, quando decine di migliaia di ettari di foresta in fiamme avevano causato lo stop al traffico aereo, 500mila casi di infezione alle vie respiratorie, la chiusura delle scuole anche nelle nazioni confinanti. In tutto quasi 50 milioni di persone esposte a fumi tossici 24 ore al giorno. Tra le zone più colpite c’era proprio Sumatra, dove i livelli di inquinanti dell’indice standard (PSI) hanno sfiorato i 2.000 quando la soglia di pericolo è 300.
Le ong locali Sawit Watch e Warsi denunciano l’altro fenomeno alla base della deforestazione, l’accaparramento delle terre portato avanti dalle compagnie. Nel caso degli Orang Rimba in modo fraudolento: stanno registrando sempre più casi in cui membri delle tribù vengono invitati a firmare contratti di cessione delle loro terre che non sono nemmeno in grado di leggere, perché sono analfabeti.