Arriva l'attesissima sentenza preliminare della Corte Europea di Giustizia, che dice stop alla deforestazione dell'ultima selva millenaria d'Europa
Svolta nella battaglia per fermare la deforestazione a Bialowieza
(Rinnovabili.it) – La speranza della società civile è stata premiata. Non ci sarà bisogno di attendere l’autunno, perché la Corte Europea ha emesso poche ore fa un’attesissima sentenza sul caso Bialowieza. I giudici hanno intimato al governo della Polonia di fermare immediatamente la deforestazione di questa ultima selva millenaria sul continente, oggi minacciata dalle motoseghe. Si chiude quindi con una condanna il percorso della procedura di infrazione avviato pochi mesi fa dalla Commissione Europea. Tuttavia si tratta di una misura provvisoria, perché il caso principale sollevato dalla Commissione contro Varsavia potrebbe richiedere anni.
Se la Polonia perderà la causa, potrebbe subire una multa di oltre 4 milioni di euro più le eventuali sanzioni aggiuntive, fino a 300 mila euro per ogni giorno in cui Varsavia non rispetta la decisione.
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Anche per questo non vi è una motivazione allegata alla sentenza, che la Polonia non ha voluto commentare. In ogni caso, la decisione del Ministro dell’Ambiente polacco Jan Szyszko, condannata dalla Corte, sembrava palesemente sproporzionata. Triplicare il volume dei prelievi di alberi dalla foresta di Bialowieza, patrimonio dell’Unesco e patria di specie in via di estinzione, era davvero troppo. Gli alberi di Bialowieza, soprattutto querce e abeti millenari alti fino a 50 metri, sono oggetto di un piano di disboscamenti voluto dal Ministro con la motivazione di dover combattere una infestazione del bostrifo dell’abete rosso, un parassita del legno che porterebbe alla morte delle piante. Gli attivisti, tuttavia, hanno accusato Szyszko di utilizzare la scusa del parassita per accontentare le imprese. Il tetto di 63 mila metri cubi da disboscare per il periodo 2012-2021, infatti, è stato quasi raggiunto. Così, il Ministro ha varato un decreto che porta a 188 mila metri cubi il volume di legno recuperabile dalla foresta, coinvolgendo peraltro anche piante diverse dagli abeti.
Ciò significa, secondo quanto detto dal ministro stesso, cacciatore e vicino alla lobby venatoria, che almeno un milione di alberi dovrebbe essere distrutto. Tra loro dimorano 20 mila specie animali, tra cui 250 specie di uccelli e centinaia di bisonti europei, i più grandi mammiferi sul continente, oggi sull’orlo della scomparsa.