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Pneumatici, Ecopneus ne avvia al riciclo 240mila ton

(Rinnovabili.it) – Ben 240.000 tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU) raccolte e avviate a riciclo, 100.805 richieste di prelievo, oltre 30mila punti di generazione, 77 imprese di raccolta sull’intero territorio nazionale e 40 impianti di trattamento. Questi i numeri di Ecopneus, dati di sunto dell’attività di raccolta e trattamento dei copertoni effettuata dal consorzio nel 2012. Dati che ancora volta superano l’obiettivo nazionale  imposto dal Decreto Ministeriale 11 Aprile 2011 N. 82. Il processo messo in piedi  da Ecopneus  gestisce oggi quasi l’80% delle circa 350mila tonnellate di pneumatici che arrivano annualmente a fine vita in Italia; il risultato evidenzia l’efficienza di un percorso virtuoso e trasparente in cui il consorzio coordina le operazioni gratuite di raccolta di PFU presso i punti di generazione del rifiuto (gommisti, officine, stazioni di servizio ecc.), di trattamento fino all’effettivo recupero e di monitoraggio e tracciamento dei flussi. Inoltre Ecopneus ha effettuato nel 2012 operazioni di prelievo straordinario presso 4 “stock storici”  – ovvero siti  oggetto di accumulo  – posizionati nelle città di Ferrara, Oristano, Olbia e Buccino, il consorzio ha rimosso oltre 14.000 tonnellate di pneumatici fuori uso.

 

“I risultati ottenuti quest’anno dimostrano l’efficacia e l’efficienza del sistema. – ha dichiarato Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus – L’obiettivo ora è di arrivare in tempi brevi a un recupero totale dei PFU, contribuendo, al contempo, con attività di ricerca e di sperimentazione, a creare le condizioni idonee allo sviluppo in Italia di un moderno comparto industriale del riciclo di questi materiali”.

 

Le applicazioni dei materiali derivati dei processi di lavorazione dei vecchi copertoni aprono le porte ad una vasta quantità di applicazioni, dalle superfici per attività sportive (campi da calcio, piste da atletica, ecc.) agli asfalti stradali con bitume modificato per la realizzazione di strade che durano di più, resistenti alle intemperie, meno rumorose, più drenanti in caso di pioggia; dal trattamento dei PFU si possono inoltre ottenere cordoli, spartitraffico, rallentatori e delimitatori di corsie urbani a cui si aggiungono rivestimenti di protezione per fioriere, rotatorie e aiuole spartitraffico e materiali isolanti impiegati in edilizia per l’isolamento termico ed acustico di pareti, solai e pavimenti.

 

“Crediamo fermamente – ha concluso Corbetta – che proprio l’utilizzo di materie prime seconde recuperate dal trattamento dei PFU in prodotti destinati ai settori sicurezza, strade e sport potrebbe essere il volano per lo sviluppo di un mercato “green” e la nascita di una reale società del riciclo in Italia”.

 

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